In viaggio per la periferia di Udine: la borgata di Baldasseria
Scritto da Emiliano Foramiti
La borgata di Baldasseria si delinea entro precisi limiti di confine: viale Palmanova la separa da Cussignacco, via Buttrio la separa da Laipacco, via Pietro di Brazzà dal Gervasutta ed il cavalcavia sulla ferrovia dalla città in senso stretto. Baldasseria, malgrado sia un territorio unico, viene divisa dal Comune di Udine in Baldasseria Alta, Media e Bassa. La borgata ha origini strettamente contadine, il territorio difatti era ricco di casali, aziende agricole e stalle dove si praticava l’allevamento dei bovini e la coltivazione di vivai di fiori. Un esempio di questa civiltà contadina, di cui ben poco è rimasto ai tempi d’oggi, è stato il complesso dei “Molini sul Ledra” che occupavano più di trenta operai. I casali di Baldasseria nel 1867 avevano 576 abitanti, saliti a 845 nel censimento del 1919 e la parrocchia oltre la ferrovia aveva 2803 abitanti nel 1942, 5100 nel 1958 e 6000 nel 2008. Un’altra peculiarità zonale è rappresentata dallo spirito di religiosità e solidarietà espressi sin dal termine del secondo conflitto mondiale; nell’immediato dopoguerra viene costruita una casa popolare per accogliere i più bisognosi, divenuta oggi la “Casa dell’Accoglienza per gli immigrati extracomunitari”. Il quartiere si sviluppa principalmente secondo il piano regolatore del 1939 il quale resterà in vigore fino al 1970, e che prevedeva tra via Pradamano e viale Palmanova la costruzione di nuovi edifici e un parco pubblico. Nel 1937 in via Pradamano fu costruito il “Collegio Convitto dell’Opera Nazionale Balilla” che dal 1947 al 1960 fu adibito a centro di smistamento progughi istriani e dalmati. Tra il 1949 e il 1954 nelle vie delle Fornaci e Pradamano furono realizzati 23 fabbricati e 197 alloggi. Nel 1957 arrivò la RAI che nel 1958 realizzò la torre di ricezione alta 121 metri. Nel 1954 fu completata la palazzina “Nogara” con sei alloggi, la quale fu inaugurata il primo settembre dello stesso anno. Nel 1957 nacque la parrocchia di San Pio X e nel gennaio del 1958 arrivò il parroco Adelindo Fachin. Durante la sua gestione fu costruita la cappella nell’arco di un anno e nell’arco di tre anni la nuova chiesa (1961). Don Adelindo Fachin venne a mancare nel 1966 e il dieci dicembre dello stesso anno fu proclamato nuovo parroco don Tarcisio Bordignon. Nel 1971 fonda la prima comunità neocatecumenale della città di Udine, comunità che ha aiutato tantissime persone a risollevarsi dalla miseria morale, spirituale e materiale in cui versavano. Su iniziativa dello stesso don Tarcisio Bordignon fu costituita nel 1985 la cooperativa di solidarietà e di lavoro “Cif e Zaf” (nome mutuato da un modo di dire friulano: “alla buona, alla svelta”), che ha impiegato gli immigrati disoccupati (in gran parte albanesi e kosovari). Nel 2014, dopo ben 48 anni di prelato, don Tarcisio Bordignon va in pensione, a succedergli dal 7 dicembre dello stesso anno sarà don Paolo Scarpin. Molto attiva risulta la vita parrocchiale: ricordiamo difatti l’organizzazione della festa dei coniugi, la raccolta della carta, i tornei calcististi con la classica partita celibi ammogliati e quelli di bocce. Altre importanti manifestazioni della vita popolare da ricordare sono: la sagra organizzata nella zona della chiesetta storica di Baldasseria Media, il Carnevale e la festa del Ringraziamento. Sotto il profilo strutturale queste sono le opere più importanti presenti sul territorio: la sede del Messaggero Veneto in viale Palmanova, la scuola materna “Erminia Linda” in via Mistruzzi costruita tra il 1968 e il 1970 (prende il nome dalla moglie del benefattore Angelo Linda), la scuola elementare “Boschetti Alberti” in via Baldasseria Media, la scuola media “Enrico Fermi” in via Pradamano (ex collegio ONB), la Chiesetta in via Baldasserria Media, la Chiesa di San Pio X con adiacente il campo di calcio, il complesso sportivo “Giovanni Clocchiatti” (sede del Donatello Calcio) in via Pietro Di Brazzà, il centro per diversamente abili in via Piutti; presente inoltre l’area verde “Peter Pan” in via Pietro Di Brazzà (sorta al posto dei campi da tennis) al cui interno troviamo i giochi per bambini, la sede degli “Alpini Udine Sud” (inaugurata nel 1996) e la pista di pattinaggio; infine citiamo l’area verde “Padri Aldo e Bramante Marchiol” in via Piutti, parco dotato di giochi per bambini e campo di calcetto. Numerose sono le attività commerciali storiche e non: l’osteria “Fùsar” aperta nel 1926 da Attilio Rojatti e gestita dallo stesso sino al 1986 per poi essere ceduta a Franca Basaldella dal 1987 al 1993 e poi ripresa da Elsa Rojatti (figlia di Attilio) nel 1994; il bar “Franzolini” fondato nel 1947, il bar “Alla Bella Udine”, il bar “Cantoni”, il bar “Arcobaleno”, il bar “Manhattan”, la pasticceria “De Luisa”, la pizzeria “da Mario” aperta nel 1981 da Luigi Esposito e poi gestita dal 1988 da Gregorio Criscuolo e Luisa Panico, la pizzeria “da Pierino”, il bar “Al Francese” (non più in attività), l’impianto di imbottigliamento della “Coca Cola” (non più operativo), il “Bowling71”, il “Laghetto Alcione”, il tabacchino “Pieniz”, la “Stamperì”, la palestra “Body Center Gym” (non più in attività). Inoltre sono presenti sul territorio diverse associazioni: quella degli “Alpini Udine Sud”, quella dei “donatori di sangue” ed il gruppo di cultura di “San Pio X” intitolato ad “Alfredo Orzan” beneamato parrocchiano e storico maestro della scuola elementare “Ada Negri” di via Zucchi e considerato il “cantore” di Baldasseria. Lo stesso Orzan, prima della sua scomparsa (2017), ha lasciato in eredità alla gente del luogo un’importante pubblicazione dal titolo “Baldasseria vista da Alfredo Orzan” volta a raccontare la storia e la cultura della periferia di Udine Sud. Il gruppo culturale “Orzan” organizza eventi, mostre d’arte, attività ricreative e, in tempi recenti, ha allestito un’importante mostra storico/ fotografica dal titolo “Baldasseria 1946-1970, immagini di un quartiere a Udine Sud”, curata magistralmente dal professore Elio Varutti e dall’architetto Giorgio Ganis e volta a raccontare la vita parrocchiale e mondana del quartiere.
Magazine mensile Il Paîs gente della nostra terra – Giugno 2018