Sostegno al reddito, 1600 le famiglie che ne stanno usufruendo
Sono quasi 1.600 le famiglie che stanno ricevendo in questi giorni i contributi per il sostegno al reddito erogato dai Servizi sociali dei Comuni dell’Ambito dell’udinese. Un risultato reso possibile grazie al lavoro degli uffici dell’Ambito socio assistenziale che hanno vagliato, una per una, le oltre 2 mila 200 domande presentate dal 1° settembre 2016 al 31 agosto 2017.
“Il reddito di cittadinanza voluto dal governatore Illy – commenta il sindaco di Udine, Furio Honsell – fu azzerato nei cinque anni della giunta regionale guidata da Tondo. Per fortuna, ora, la giunta Serracchiani, con l’assessore alla Salute Telesca, ha reintrodotto le misure di inclusione attiva e ha dato risposte a molti cittadini. Si tratta di un’erogazione importante, ma allo stesso tempo complessa, visto che non si tratta di una misura a pioggia, ma comporta, anche grazie al prezioso lavoro svolto dagli assistenti sociali, un vero e proprio progetto di inclusione”.
Ingente, si diceva, il lavoro svolto dagli uffici. In base al regolamento regionale, le erogazioni dei contributi da parte del Servizio Sociale dei Comuni dovevano avvenire sulla base delle istruttorie effettuate dall’Inps, che, tuttavia, per lo meno in una prima fase, non è riuscito a garantire la copertura totale delle elaborazioni di sua competenza. “Per questo motivo – spiega l’assessore comunale alla Salute ed Equità Sociale, Simona Liguori –, per non ritardare le erogazioni dei contributi ai cittadini, gli uffici dei Servizi Sociali hanno adottato una soluzione procedurale che ha consentito di liquidare i contributi nel rispetto dei termini regolamentari”.
La soluzione, infatti, fa riferimento al cosiddetto algoritmo “presuntivo”, ovvero calcolare le deduzioni dei trattamenti nazionali (Carta acquisti, bonus bebè, assegno per nuclei con 3 o più figli) per tutti i nuclei beneficiari che avessero le condizioni per ottenere i benefici da dedurre. Adottando questa soluzione è stato possibile erogare i bimestri spettanti (fino a luglio-agosto 2017) a circa mille e 200 domande presentate fino al 30 aprile, mentre per le domande prese in carico dal 1 giugno 2017 ci si è allineati agli esiti dell’Inps e, quindi, le concessioni e le erogazioni dei bimestri sono state effettuate attraverso l’applicativo messo a disposizione dalla Regione e approvato ad ottobre dello scorso anno. Un regolamento che, modificando quello precedente del 2015, è servito proprio a coordinare e integrare i contributi regionali con quelli nazionali previsti dalla Sia (sostegno per l’inclusione attiva). In particolare, nei bimestri maggio-giugno e luglio-agosto sono state così raccolte oltre 700 domande, e per oltre la metà, sono state disposte le liquidazioni dei bimestri dovuti, mentre per l’altra metà si è in attesa degli esiti definitivi dell’Inps.
Tutte queste iniziative sono state anche portate direttamente all’attenzione della Regione. “Voglio esprimere il mio personale apprezzamento e di quello dell’amministrazione regionale – dichiara l’assessore Maria Sandra Telesca – per l’efficienza del servizio che riesce a gestire un numero così elevato di richieste con riduzione al minimo delle criticità”.
Ma non è finita qui, perché “anche sul fronte della stipula dei patti di inclusione – spiega ancora Liguori – il Servizio Sociale dei Comuni ha prodotto un importante impegno che oggi consente di avere una situazione che si sta sostanzialmente allineando alle domande”.
L’ingente numero di domande di rinnovo per quest’altra tipologia di integrazione al reddito non ha permesso fin da subito di terminare le azioni necessarie per la revisione del patto iniziale entro il termine massimo di sei mesi. Ecco perché, anche in questo caso, gli uffici dei Servizi Sociali hanno adottato una soluzione alternativa del patto cosiddetto preliminare stipulato sulla base di quello già esistente e relativo alla prima concessione. Al 31 agosto di quest’anno, su quasi mille domande di rinnovo, solo 90 non presentano il patto ridefinito, mentre a fronte di circa 600 domande nuove, quelle per le quali il patto non è ancora concluso, sono appena meno di 150.