Epifania, ecco i principali appuntamenti
Come da tradizione, anche questo 2018 vedrà grandi festeggiamenti per l’Epifania. Tra vin brulè, dolcetti e fuochi d’artificio, oltre, naturalmente, agli immancabili pignarûi, il divertimento sarà alla portata di tutti, grandi e piccini.
Ecco una rassegna dei principali appuntamenti.
Tarcento – Il Pignarûl Grant
A Tarcento si va ben oltre la classica festa della befana. La 90^ Epifania Tarcentina (nata nel lontano 1928) si svolge il 4, 5, 6 gernnaio 2018, giorni in in cui troverete: Rievocazione Storica, Pignarul Grant, Palio e tanto altro ancora.
I fuochi di questa antichissima tradizione, l’Epifania, si riaccendono ogni anno con particolare letizia e solennità a Tarcento. Oggi l’Epifania Friulana vive una intensa vigilia, il 5 gennaio, grazie ai pignarulârs che sono gli artefici dell’allestimento dei Pignarûi che verranno accesi la sera del 6 gennaio. Essi si contendono in un’avvincente corsa con carri infuocati alla presenza del Vecchio Venerando, figura cardine del rito epifanico, l’ambito Palio.
Quella dei falò è un’antica tradizione celtica risalente probabilmente al V secolo a.C., col fine di evocare il ritorno del Sole sulla Terra, cioè il progressivo allungarsi delle giornate che ha inizio con il solstizio d’inverno. Fu spostata alla notte dell’Epifania integrando questa festività cristiana proprio per ricordare i Magi che fecero visita al bambin Gesù.
Il falò tarcentino, posto nella località di Coia, è attorniato da fuochi più piccoli e meno maestosi, ed è considerato il più grande e il più famoso del Friuli, tanto che la tradizione vuole che sia proprio questo pignarûl a dare il via all’accensione di tutti gli altri nelle terre vicine. Al corteo storico a cui partecipano discendenti di nobili famiglie friulane vestiti con costumi duecenteschi e a varie manifestazioni seguirà la fiaccolata e la salita al Ciscjelat, il “castellaccio” di Coia che domina la Perla del Friuli, con il Vecchio venerando. Quest’ultimo è solito, durante la salita al castello, raccontare fatti storici e tradizioni legate alla festività dell’Epifania, colmi di saggezza tipica di chi anticamente aveva la funzione sacerdotale di capo borgo.
Arrivati ai ruderi del vecchio maniero verrà acceso l’immenso falò, dal cui fumo si è soliti trarre auspici per il nuovo anno. Il Vecchio venerando infatti è solito osservare la sua direzione e seguire la seguente profezia friulana:
Se ‘l fum al và a sorêli jevât cjape ‘l sac e vâ a marcjât, se ‘l fum al và a sorêli a mont cjape ‘l sac e vâ a pal mont.
Se il fumo volge a oriente prendi il sacco e vai al mercato, se il fumo piega al tramonto prendi il sacco e vai per le vie del mondo.
Come affermare che se il fumo va a oriente allora sarà un anno propizio, se va nella direzione opposta bisognerà rimboccarsi le maniche per cercar fortuna.
L’appuntamento è dunque alle 19 a Coia, quando l’accensione del Pignarûl Grant darà il via alla dozzina di pire preparate nella conca tarcentina.
Cividale – Messa dello Spadone
Il 6 gennaio per Cividale del Friuli non è solo la festa dell’Epifania, ma una giornata in cui si tiene una manifestazione che richiama folle di turisti e curiosi provenienti anche da oltre confine.
In tale data infatti, si tiene la Messa dello Spadone, un rito religioso tra i più originali che la Chiesa Romana ha conservato ed un’attenta rievocazione storica catapultano la città longobarda indietro nel tempo, al XIV secolo, ricostruendo un frammento importante della storia cividalese.
Nel tempo, diversi storici hanno cercato di svelare il mistero che avvolge quest’antica cerimonia con diverse interpretazioni, spesso frutto di fervida fantasia. Di questa messa, infatti, non si ha ancora precisa documentazione su origine e significato.
L’appellativo “dello Spadone” deriva dal fatto che, durante la cerimonia liturgica, fa la sua comparsa una spada, appartenuta al Patriarca Marquardo di Randeck; spada che il Diacono usa, in diversi momenti, sollevandola e fendendo l’aria in segno di saluto, quando si rivolge al clero disposto nel coro, e ai fedeli.
La tesi più accreditata è quella che vuole dare alla cerimonia il doppio significato liturgico e politico, in quanto celebrata dal Patriarca all’atto del suo insediamento. Il Patriarca, infatti, era anche uomo d’arma, perché deteneva il potere temporale di un vasto territorio: il Patriarcato d’Aquileia. La tesi può essere ulteriormente avvalorata dal fatto che il Diacono, con un elmo piumato in testa, durante alcuni momenti del rito impugna con la mano destra la spada e con la sinistra l’Evangeliario.
Al termine della Messa, Cividale del Friuli sarà teatro, come accade sin dal 1984, della rievocazione storica dell’entrata nella cittadina ducale del patriarca Marquardo von Randeck, avvenuta nel 1366. Centinaia di figuranti animeranno le vie del centro al termine del rito liturgico: la Comunità di Cividale si appresterà ad accogliere il Patriarca sfilando da Borgo di Ponte, mentre accompagnato dai Ministeriali Maggiori Marquardo entrerà da Porta San Pietro e raggiungerà in corteo piazza del Duomo. Qui, con una suggestiva cerimonia, i nobili liberi e i castellani di Cividale omaggeranno il Patriarca con preziosi doni, il popolo agricoltore consegnerà la canipa in segno di fedeltà, il Principe della Patria decreterà la reinvestitura di alcuni feudi, il maestro d’arme condurrà una tenzon cortese ed, infine, Marquardo von Randeck riceverà la spada da stocco in segno del potere temporale mentre la Comunità tutta giurerà solennemente la fedeltà al Patriarca. Oltre 150 i figuranti protagonisti di quella che si annuncia una sfilata di grande impatto e coinvolgimento, anche grazie alle musiche, rinnovate e sempre più aderenti alla tradizione originale dell’epoca.
Nimis (località Cergneu) – Il risveglio del Pust
Anche quest’anno Cergneu diventa protagonista del Risveglio del Pust (carnevale, nel dialetto sloveno), che dopo il suo lungo anno di letargo viene liberato e da inizio al Carnevale. La figura del Pust si inquadra nell’ambito delle numerose feste tradizionali che fin dall’antichità si svolgevano al termine dell’inverno per facilitarne la sua fine, la morte e la rinascita del cosmo a primavera. L’usanza del Risveglio vede un gruppo di persone in vestiti d’epoca recarsi al Cantun e liberare il Pust dalle catene. Ha poi inizio il rumoroso corteo, illuminato dalle torce infuocate dei partecipanti, che raggiungerà il punto in cui è stato allestito il Palavin (falò), ritualmente acceso dal Pust stesso. L’accensione, seguita da balli e canti e accompagnata da prodotti gastronomici locali, da inizio al Carnevale, al termine del quale il Pust ritornerà ad essere rinchiuso nel suo Cantun fino all’anno successivo.
Programma per sabato 6 gennaio:
ore 17.00 Apertura chioschi
ore 18.30 S.Messa
ore 19.00 Partenza della fiaccolata dall’area chioschi
ore 19.30 Liberazione del Pust dal Cantun
ore 20.00 Accensione Palavin
Paularo – La Fèmenate
La Fèmenate è una tradizione molto sentita nella Val d’Incarojo. Vi partecipano quasi tutte le frazioni del comune e rappresenta uno degli spettacoli più suggestivi legati ad antiche ritualità. Il nome “Fèmenate” (donnaccia o strega) si riferisce alle caratteristiche negative idealmente racchiuse nel grande fantoccio bruciato il giorno precedente l’Epifania. Al calar della sera gli abitanti di ogni singolo villaggio si accalcano attorno al loro simulacro per vederlo bruciare. Il Vecchio Saggio, dalla miriade di faville che ne scaturiscono, trae gli auspici per l’anno nuovo.
Ore 20.00 accensione delle Fèmenate, nelle frazioni di Casaso e Dierico. A pranzo e a cena sarà possibile degustare i piatti tipici presso i locali aderenti all’iniziativa.
Caneva (PN) – Il gran falò
Quello di Caneva è uno dei più grandi falò epifanici della provincia di Pordenone e dell’intero Friuli. Diversi mesi di lavoro per tramandare ai giovani una delle più sentite tradizioni. Saranno usati oltre 120 carri carichi di legna, prevalentemente derivata dalla potatura dei vigneti, raccolta in tutto il territorio canevese e accatastata attorno ad un unico palo di sostegno di oltre 30 metri di altezza, per creare ancora una volta uno dei più imponenti falò dell’intera Regione.
Prima dell’accensione delle ore 20.30 si terrà la cerimonia del Théndro del Thòc de Nadàl, con la dispersione delle ceneri del ceppo natalizio attorno al grande falò epifanico. La serata sarà animata dai canti e dalle filastrocche della tradizione popolare e contadina locale.
Pasian di Prato – Pan e vin de Pifanie
Come da consuetudine, la giornata avrà inizio alle ore 10.30 con la Santa Messa presso la chiesa di San Giacomo Apostolo; il coro “S. Cecilia” e il Gruppo Folcloristico Pasian di Prato accompagneranno lo svolgimento della funzione, che si concluderà con il saluto del decano e del sindaco e gli omaggi dei Re Magi all’ultimo nato del 2018. Nel pomeriggio a partire dalle 16.00 presso l’auditorium “E.Venier”, il gruppo marchigiano “Li Pistacoppi” ospite del gruppo pasianese, allieterà il pubblico con le sue musiche ed i suoi canti fino al momento della fiaccolata che porterà all’accensione del 45° Pan e Vin de Pifanie, prevista per le ore 18.15.
Rivignano Teor – Incendio sul fiume
Alle ore 19.00 in Località Ariis
Sulle rive del fiume Stella accensione del tradizionale fuoco epifanico e spettacolo pirotecnico. Fiaccolata sul fiume a cura di “Canoe Club Fiume Stella”.