Accendono braciere in casa, coppia intossicata
Udine – Tragedia sfiorata la scorsa notte in via Monte Cimone a Udine. Marito e moglie, di origine nigeriana ma residenti nel capoluogo, avevano acceso una sorta di braciere nella loro abitazione, forse per sfuggire al freddo o per cucinare qualche vivanda, rimanendo intossicati dalle esalazioni sprigionate dalle fiamme.
Verso l’una di notte la coppia ha accusato un malore ed è stata trasportata in ospedale. Trattenuti per accertamenti, non sarebbero in gravi condizioni. I sanitari hanno segnalato il caso ai vigili del Fuoco del comando di Udine che, intervenuti per un sopralluogo nell’appartamento, hanno riscontrato elevate concentrazioni di gas nell’aria.
Come sottolineato dagli stessi vv.ff., nei mesi invernali è bene prestare attenzione al corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento. Il monossido di carbonio, infatti, viene liberato nell’ambiente a causa di un processo di combustione incompleta dei combustibili organici (legno, carbone, olio e carburanti).
Non ci sono dati ufficiali sul numero di vittime che il monossido di carbonio miete in Italia ogni anno, tuttavia l’ordine di grandezza è di centinaia di morti e di migliaia di persone ricoverate in ospedale per intossicazione. L’avvelenamento da monossido di carbonio può essere letale perché, una volta inalato, si lega all’emoglobina del sangue (che ha il compito di trasportare l’ossigeno in tutti gli organi e i tessuti del nostro corpo) formando un composto fisiologicamente inattivo chiamato carbossiemoglobina. Quest’ultima impedisce la corretta ossigenazione degli organi, soprattutto cuore e cervello, causando sostanzialmente una morte per asfissia.
Il monossido di carbonio è un nemico subdolo poiché, non manifestandosi in alcun modo (inodore, insapore, incolore), spesso non viene riconosciuto e si addebitano i primi sintomi di intossicazione (mal di testa, leggera nausea, giramenti di testa) ad altre cause.