DeACapital acquisisce Snaidero
Majano – Si è chiusa la partita, giocata fra i cinesi di Country Garden ed il gruppo De Agostini, relativa all’acquisizione della storica azienda produttrice di cucine. Il CdA di Snaidero, tenutosi nella mattinata di lunedì 22 gennaio, ha infatti deliberato per la vendita al fondo IDeA CCR (corporate credit recovery) II di DeACapital alternative funds sgr, presieduto da Roberto Saviane.
Stando alle prime indiscrezioni riportate dal Messaggero Veneto, la scelta sarebbe ricaduta su DeA, che già aveva acquisito dalle banche una fetta rilevante dei debiti di Snaidero (si parla di 23,5 milioni di Euro su un totale di 50), per via dell’esperienza già maturata in operazioni di rilancio aziendale (con il fondo Idea CCR I) e per l’obiettivo più “modesto” in termini di quote: ingresso col 51% del capitale contro il 91% della proposta cinese.
Il tempo utile per presentare le proposte di acquisto scadeva il 21 gennaio, e a quanto pare, l’investitore cinese non avrebbe fatto pervenire nulla in quel di Majano, lasciando dunque campo libero a DeA. Il CdA ha dunque scelto il gruppo italiano, approvando all’unanimità una proposta non ancora vincolante. A questo punto, per finalizzare l’accordo, si attenda la binding offer (offerta d’acquisto vincolante) del gruppo De Agostini, attesa per i prossimi giorni.
Per quanto riguarda la gestione futura dell’azienda, stando all’ipotesi attualmente più quotata, la famiglia Snaidero non sarà tagliata fuori. Non almeno sotto il profilo azionario.
Diversa è invece la partita che riguarda il management: quale sarà il futuro del presidente del gruppo, Edi Snaidero? Le ipotesi in campo sono 2: De Agostini potrebbe decidere di confermarlo nel suo ruolo di amministratore delegato per guidare la transizione, oppure chiedergli un passo indietro e dare un segnale di discontinuità inaugurando la nuova fase di cui l’impresa ha estremo bisogno.
Restano in attesa di notizie positive i clienti, nazionali ed internazionali, del gruppo Snaidero ed i lavoratori – oltre 400 quelli occupati a Majano – che dopo un lungo periodo di ammortizzatori sociali e una cassa integrazione ancora aperta hanno vissuto con non poca apprensione l’assenza di comunicazioni ufficiali circa lo stato di salute dell’azienda ed il suo futuro. In questo senso, il sì alla proposta DeA fa ben sperare, poiché in più occasioni il gruppo acquirente avrebbe manifestato la volontà di rilanciare l’azienda mantenendo, nel contempo, ben salde le radici produttive in Friuli ed il know-how delle maestranze.