Solo la Valle d’Aosta ha più centri commerciali del Fvg. Udine e Gorizia prime due province italiane.
In 10 anni incrementi superiori al 50% (+85% in provincia di Gorizia) nelle superfici di vendita Gdo (Grande distribuzione organizzata)
Lo sviluppo della grande distribuzione organizzata in FVG – [Ires FVG]
Nell’ultimo decennio la dinamica espansiva della grande distribuzione organizzata (GDO) ha portato il Friuli Venezia Giulia ai primi posti in Italia per rapporto tra superfici di vendita e abitanti. Lo rileva il ricercatore di Ires Fvg Alessandro Russo. Al 31 dicembre 2016, ultimo dato attualmente disponibile, dopo due anni di primato la nostra regione è tornata al secondo posto, superata solo dalla Valle d’Aosta. Quest’ultima registra infatti il valore più elevato, pari a 714 mq di superficie di vendita ogni mille abitanti, contro i 708 del Fvg, mentre la media nazionale è pari a 399 mq. In fondo alla graduatoria si trovano le regioni del Centro e del Sud, in particolare la Sicilia, la Campania, il Lazio, la Basilicata e il Molise, con meno di 300 mq per mille abitanti. La provincia di Udine (con 851 mq per 1.000 abitanti, un valore superiore al doppio della media nazionale) risulta la prima in Italia seguita da quella di Gorizia (con 825); sono inoltre le uniche due che superano la soglia di 800 mq per mille abitanti. Sempre nella stessa graduatoria Pordenone è decima (con 623 mq ogni mille abitanti), Trieste 49esima (con 428 mq). La posizione più arretrata di Trieste si può mettere in relazione ai limiti dettati dal territorio e all’elevato invecchiamento della popolazione, che implica una minore propensione sia ai consumi sia agli spostamenti delle persone anziane, maggiormente legate ai piccoli negozi di prossimità.
Se si considera solo il comparto food (che comprende le superfici relative ai supermercati, ai minimercati e la parte alimentare degli ipermercati) il Friuli Venezia Giulia risulta al primo posto in Italia con 353 mq di superficie di vendita ogni 1.000 abitanti.
Negli ultimi dieci anni le superfici di vendita della GDO in regione sono aumentate di oltre il 50%, in Italia nello stesso periodo l’incremento è stato meno accentuato e pari a +38%. La tipologia che è cresciuta di più in regione è quella delle grandi superfici specializzate (quasi raddoppiata +84%). Le forme più tradizionali, come i grandi magazzini e i minimercati sono invece quelle che presentano gli incrementi meno sostenuti (rispettivamente +25,5% e +22,5%). Le grandi superfici specializzate sono esercizi al dettaglio operanti nel settore non alimentare, che trattano in modo esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica di prodotti su superfici di vendita non inferiori ai 1.500 mq. Nell’ultimo decennio le aree di vendita delle grandi superfici specializzate sono aumentate soprattutto in provincia di Gorizia, evidenziando una presenza rilevante nella nostra regione (pari al 5,3% del totale nazionale). Gli ambiti di specializzazione che sono cresciuti di più sono quelli relativi agli articoli sportivi e attrezzature da campeggio e alla vendita di prodotti del “fai da te” (ferramenta, bricolage e giardinaggio).
Tra il 2009 e il 2016, a fronte dell’espansione delle superfici della GDO, si rileva una generale diminuzione dei punti vendita del piccolo commercio. Per quanto riguarda il comparto alimentare si osserva una diminuzione particolarmente accentuata del numero di esercizi specializzati nella frutta e verdura e nei prodotti a base di carne. Nel settore non alimentare le dinamiche maggiormente negative hanno interessato i punti vendita di computer e attrezzature per ufficio, le ferramenta, i negozi di articoli sportivi e quelli di giocattoli, penalizzati dalla forte concorrenza delle catene della GDO. Tra le poche eccezioni ci sono i negozi di telefonia, che hanno mostrato un’evoluzione positiva negli ultimi anni.
L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE
Sempre secondo le stime dell’Osservatorio del Commercio del Ministero dello Sviluppo Economico, il numero di addetti della grande distribuzione in Friuli Venezia Giulia è cresciuto di quasi 3.000 unità dal 2006 al 2014. Gli anni più recenti presentano al contrario una sostanziale stabilità (circa 11.500 occupati) dopo gli incrementi del passato.
Il numero complessivo di lavoratori dipendenti nel settore del commercio al dettaglio risulta in leggera crescita nel triennio 2014-2016 (+192 unità che equivale a un +0,8%, inferiore all’aumento medio generale del settore privato che è stato pari a +3,2%). La dinamica positiva si è concentrata nelle province di Udine (+1,2%) e Trieste (+3,1%). Al contrario in quella di Pordenone e nell’isontino la variazione è stata negativa (rispettivamente -0,8% e -1,2%). I dati illustrati derivano dai versamenti contributivi che le imprese effettuano mensilmente all’Inps. La crescita osservata ha riguardato esclusivamente l’occupazione degli uomini, mentre la componente femminile presenta una lieve flessione. Inoltre l’incremento ha interessato solo i rapporti part time (+622 unità tra 2014 e 2016), che compensano la perdita di posti di lavoro a tempo pieno (-429). Si tratta molto spesso di part time involontario, che serve a soddisfare le richieste di flessibilità delle imprese piuttosto che le esigenze di conciliazione dei tempi delle lavoratrici e dei lavoratori. Si pensi in particolare al contesto della grande distribuzione organizzata e alla questione relativa agli orari e alle giornate di apertura degli esercizi commerciali. Peraltro solo per la componente maschile l’occupazione full time risulta stabile (+16 unità tra 2014 e 2016), mentre tra le donne è in netto calo (-445, pari a -5,6%).
In conclusione si può osservare che negli ultimi anni nel settore del commercio al dettaglio è diminuito il lavoro a tempo indeterminato full time, sostituito sempre più da quello a tempo parziale, con degli importanti riflessi negativi sui redditi dei lavoratori.
NOTA METODOLOGICA
I dati sulla GDO provengono dall’Osservatorio Nazionale del Commercio del Ministero dello Sviluppo Economico, istituto dal D.Lgs. n. 114 del 31/3/1998 (comunemente noto come “riforma Bersani”) che, modificandone la disciplina, ha riorganizzato e liberalizzato l’intero settore. Di seguito vengono riportate le definizioni statistiche utilizzate per classificare i punti vendita.
SUPERMERCATO: esercizio al dettaglio operante nel campo alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una superficie di vendita uguale o superiore a 400 mq e di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli non alimentari di uso domestico corrente.
MINIMERCATO: esercizio al dettaglio in sede fissa operante nel campo alimentare con una superficie di vendita che varia tra 200 e 399 mq e che presenta le medesime caratteristiche del supermercato.
GRANDE MAGAZZINO: esercizio al dettaglio operante nel campo non alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio, che dispone di una superficie di vendita uguale o superiore a 400 mq e di un assortimento di prodotti, in massima parte di largo consumo, appartenenti a differenti merceologie, generalmente suddivisi in reparti.
IPERMERCATO: esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq, suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino.
GRANDE SUPERFICIE SPECIALIZZATA: esercizio al dettaglio operante nel settore non alimentare (spesso appartenente ad una catena distributiva a succursali) che tratta in modo esclusivo o prevalente una specifica gamma merceologica di prodotti su una superficie di vendita non inferiore ai 1.500 mq.