Consiglio provinciale, gli edifici dell’Ente ai Comuni. Illustrata oggi a palazzo Belgrado l’attività assembleare 2017 e gli impegni 2018
Esprime una sua propria identità, continua a rappresentare quell’area vasta – il territorio della Provincia di Udine suddivisa in 10 Uti – che oggi non ha più un ente amministrativo unitario di riferimento, dibatte di questioni che riguardano il futuro del Friuli pronunciandosi diverse volte all’unanimità, onora il mandato elettorale attraverso un confronto ricco delle varie esperienze amministrative di ciascun consigliere con una particolare sensibilità per quel che riguarda la cultura e l’identità. A questi principi fa riferimento l’attività del Consiglio provinciale di Udine di cui oggi è stato illustrato il bilancio 2017 e delineati gli impegni dei prossimi mesi. Un’ottantina le delibere esaminate, come è stato riferito dal presidente del Consiglio Fabrizio Pitton (affiancato dal vice Luca Marzucchi, presenti i consiglieri Nino Bruno e Fabrizio Dorbolò) nelle 8 sedute assembleari convocate nel 2017. Tra gli argomenti che hanno interessato maggiormente i lavori: la riforma degli enti locali, le dismissioni delle società partecipate, la devoluzione dei fondi dell’amministrazione sul territorio provinciale e gli atti contabili dell’Ente (bilancio di previsione, il conto consuntivo, diverse variazioni e ratifiche al bilancio, il documento unico di programmazione, la salvaguardia degli equilibri contabili). Tre i passaggi chiave dell’attività del Consiglio messi in evidenza dal presidente: l’approvazione, con i voti della maggioranza e del Gruppo misto, di un ordine del giorno contro l’obbligatorietà di esercizio associato delle funzioni da parte dei Comuni alle Uti (su questo punto la minoranza si è astenuta); unanimità, invece, all’ordine del giorno per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione 2016 attraverso contributi ad associazioni e Comuni previa analisi delle istanze da parte dello stesso Consiglio, opportunità poi respinta dalla Regione. Trasversale la posizione dell’assemblea anche in merito al trasferimento dei beni immobili della Provincia: in modo compatto, è stato più volte ribadito, il consiglio provinciale ha votato affinché la proprietà degli edifici dell’amministrazione provinciale venga trasferita ai Comuni in cui questi immobili insistono. L’ordine del giorno in cui si mette nero su bianco questa richiesta è datato 7 giugno 2017. A distanza di oltre 7 mesi e dopo diverse attività svolte per poter giungere a un trasferimento delle proprietà che tenga conto del valore identitario dei beni, palazzo Belgrado oggi ha rilanciato quella richiesta forte della condivisione della stessa da parte del Consiglio comunale di Udine, manifestata in più occasioni. Un passaggio obbligato quello al territorio di appartenenza e non alla Regione come accaduto per gli immobili delle ex Province di Pordenone, Trieste e Gorizia, perché questi edifici fanno parte della storia della città. Le sedi di maggior prestigio si trovano nel capoluogo udinese e sono: palazzo Belgrado, palazzo Capellani Snaidero (residenza del prefetto), gli spazi di via Diaz occupati dalle associazioni, parte del palazzo della Prefettura. Sulla destinazione di questi immobili, per agevolare il mantenimento della proprietà in loco, il Consiglio provinciale aveva richiesto un’audizione alla quinta commissione regionale per definire un percorso unitario in ordine alla ripartizione dei beni da condividere anche con le amministrazioni comunali in cui gli immobili si trovano. Ma dalla Commissione ancora nessun riscontro. Anche per le quote della Provincia detenute nella Fondazione Teatro Giovanni da Udine l’appello è che vengano cedute al Comune di Udine in quanto il teatro è patrimonio culturale dei friulani.
Da questi argomenti riparte l’attività del Consiglio provinciale in questi mesi del 2018 mentre tra gli adempimenti tecnico-contabili che attendono l’assemblea c’è l’approvazione del bilancio di previsione. Previsto anche un consiglio aperto con un’analisi sulla riforma degli enti locali e, prima della chiusura dell’ente, la consegna a tutti i Comuni di un cofanetto con il dvd dell’Orcolat ‘76 che sarà distribuito anche alla rete delle scuole del progetto Dieci più (attività finanziate con i fondi dei gruppi consiliari annualità 2017-2018).
Oltre ad esaminare l’attività diretta della Giunta provinciale, molti sono stati gli ordini del giorno di indirizzo e su tematiche che interessano l’area vasta affrontati dal Consiglio proposti dai vari gruppi politici nonché esito dei lavori delle commissioni permanenti (una trentina le sedute complessive considerate anche le riunioni della conferenza capigruppo e dell’ufficio di presidenza): riforma della sanità regionale, modifica dei collegi elettorali finalizzata alla tutela delle minoranze linguistiche del nostro territorio, valorizzazione dell’interporto di Cervignano quale snodo strategico per l’economia del Friuli, election day, ripristino dei voucher, fusioni di Comuni nonché la modifica nell’organizzazione dei sistemi bibliotecari provinciali. In diverse occasioni sugli atti esaminati, come detto, si è registrato un consenso trasversale come per la vicinanza espressa alla popolazione di Sappada per l’auspicato passaggio in Friuli (che si è poi concretizzato a fine novembre) e la solidarietà manifestata alle Ferriere Nord di Osoppo in relazione alla maxi ammenda dell’Antitrust.