Omicidio Orlando, trovate tracce biologiche anche sullo straccio
Mercoledì 31 gennaio, come ricorda il Messaggero Veneto, ricorrono sei mesi dall’uccisione di Nadia Orlando e 13 giorni dal deposito in Procura a Udine della perizia scientifica sul cuscino e sullo straccio rinvenuti dagli inquirenti all’interno della vettura di Francesco Mazzega, reo confesso dell’omicidio.
Esame condotto dal laboratorio di biologia del gabinetto interregionale Piemonte della scientifica di Torino che rivela il rinvenimento di tracce biologiche della vittima nei due oggetti.
Il legale della famiglia Orlando, Fabio Gasparini, ha spiegato alcuni dettagli dell’esame: «L’esame era molto tecnico. Il ritrovamento delle tracce biologiche va sicuramente approfondito, tuttavia ci può confermare ancora una volta l’estrema gravità del comportamento di Francesco Mazzega, in considerazione, anche, delle innumerevoli bugie dette all’autorità giudiziaria».
Il 6 febbraio la Corte di Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dalla Procura di Udine, avverso il provvedimento del Tribunale del riesame di Trieste che ha concesso gli arresti domiciliari a Mazzega, assassino reoconfesso. Si attende poi la comunicazione della conclusione delle indagini, sempre da parte della Procura Udine affinché i legali delle parti possano avere accesso all’intero fascicolo processuale per avere il quadro ancora più chiaro della vicenda.
«Fino ad ora abbiamo avuto accesso soltanto ad alcuni specifici documenti – spiega sempre l’avvocato Gasparini –, come la relazione del professore Carlo Moreschi a seguito dell’autopsia e la consulenza biologica della polizia scientifica di Torino che, come si ricorderà, ha rilevato tracce di Dna della giovane sia sul cuscino che su uno straccio all’interno della vettura del Mazzega, in quest’ultimo in particolare si sarebbero rinvenute tracce di saliva di Nadia. Anche questo oggetto pertanto potrebbe essere stato utilizzato dall’omicida a differenza di quello che lui avrebbe dichiarato alle autorità giudiziarie nell’immediatezza dei fatti».
Intanto proprio mercoledì 31 Giuseppe Melillo, portavoce di tutta la comunità di Dignano, sarà davanti alla casa di Mazzega, a Muzzana del Turgnano, con una gigantografia di Nadia data da Andrea Orlando padre della ragazza, sua battaglia silenziosa «per non dimenticare. Una battaglia per tutte le “Nadia” contro i domiciliari dell’assassino che se ne sta tranquillo nel suo salotto».