La Tavernetta da Aligi festeggia gli innamorati del maiale
L’appuntamento con la signora Clia è per le ore 15.00 a Porpetto. La signora Clia non gradisce interviste telefoniche e io sono d’ accordo con lei. Preferisco anch’ io guardare le persone negli occhi. Parto da Udine con buon anticipo per non arrivare in ritardo. Potrei imboccare l’ autostrada ma scelgo la strada provinciale che ho percorso centinaia di volte quando, giovane docente, insegnavo a San Giorgio di Nogaro. Passo tra i frutteti di Chiasiellis e attraverso la Stradalta. La campagna friulana offre paesaggi incantevoli e meravigliosi in tutte le stagioni. Noi friulani ci siamo abituati a tanta bellezza e così, come succede anche per altri aspetti della nostra vita, manteniamo per essa una distratta considerazione e non ne attribuiamo la giusta e doverosa importanza. Quando entro nella Tavernetta di Aligi a Porpetto, convenuto luogo per questa intervista, la signora Clia è ancora impegnata con gli ultimi avventori dell’ ora di pranzo, ma non si fa attendere e arriva puntuale come un orologio svizzero. Mi fa accomodare con grande cortesia e mi presenta lo zio signor Enzo Grop, fratello del suo papà, il compianto Aligi.
Come comincia la storia di questa rinomata Trattoria?
“ La nonna Clelia nel 1955 aprì in questo edificio un’ attività di bar-tabacchi-osteria e si avvalse della collaborazione dei suoi figli Caterina, Enzo e Aligi. Con il tempo la originaria bottega/osteria si trasformò perché cambiarono le regole della vendita al dettaglio dei generi alimentari e questa tipologia di esercizio commerciale dovette adeguarsi e scegliere se essere negozio alimentare o trattoria. Aligi prese l’ iniziativa e trasformò l’ esercizio nella Trattoria come la vediamo oggi con il nome di Tavernetta.”
Ma non finisce qui… mi sembra che la storia di questo locale storico ci racconti nuove avventure…
“Certamente. Nel 1968 papà Aligi, insieme all’ amico Ezio Toneatto, intuirono che una battuta – «mi sono innamorato del maiale» – ascoltata durante una riunione conviviale poteva diventare una buona idea da proporre nel giorno della Festa di San Valentino. Così nacque la Fieste dai Nemoraz dal Purzit. Da allora sono passati tanti anni e proprio adesso cade il 50° anniversario di questa felice iniziativa.”
Aligi insieme ai suoi cari amici diede un’ impronta caratteristica a questa festa, sia per quanto riguarda l’ aspetto enogastronomico, sia per quanto riguarda l’ immagine della Trattoria. Si può dire che sia stato lungimirante?
“Il papà individuò un menù a base di carne di maiale basato sulla tradizione . Antipasti, primi, secondi e anche il dolce. Fece insomma delle scelte culturali approfondendo le sue conoscenze sul cibo tradizionale avvalendosi anche dell’ esperienza tramandata, per esempio, dal famoso ricettario della contessa Giuseppina Perusini Antonini e curò eccezionalmente anche la propria perizia enologica diventando sommelier. Un ricordo particolare va a uno dei tanti amici e padrini della Festa, il famoso giornalista Isi Benini, fondatore della rivista specializzata Il Vino che favorì la diffusione di una nuova e più raffinata generazione di vini friulani in Italia e nel Mondo.”
I vostri avventori sono in genere appassionati di gastronomia e affezionati alla Trattoria o sono molti avventori occasionali di passaggio?
“Questo e quello. Qui viene gente a pranzo in una pausa di lavoro ma ci sono molte persone che vengono esclusivamente per le nostre specialità e anche per la Festa dedicata agli innamorati del maiale per assaggiare il menù degustazione. Abbiamo molti avventori del luogo perché «sanno che cosa trovano e vanno sul sicuro». La nostra cucinasi basa sulla cura nel reperire le materie prime e sull’ esperienza della tradizione nel trattarle, con qualche innesto di sapiente innovazione. Le materie prime sono del nostro territorio e prestiamo molta attenzione alla loro stagionalità. Qui troverete, a seconda del periodo dell’ anno, asparagi, lumache, gnocchi di zucca, risotti, oca e ogni genere di prodotti derivati dal maiale ad opera degli eccezionali norcini friulani.”
Signora Clia, le chiedo una facile ricettina in tema di Fieste dai Nemoraz dal Purzit e tipica della Tavernetta per i nostri affezionati lettori.
“Sempre per restare sull’argomento «maiale» proporrei ai lettori una pietanza semplice, inusuale e insieme raffinata: « Piedini e ossa bolliti».
– Si usano preferibilmente le ossa della schiena, lavate e tagliate. Vanno bollite in acqua senza sale per circa due ore. Servirle calde accompagnate da sale grosso, cren o senape o mostarda di frutta.
Enrico Morandi