L’impasse del centrodestra
Il vero nemico del centrodestra? No, non è il centrosinistra ma il centrodestra stesso. Non solo a Udine ma anche in regione la coalizione fa fatica al suo interno a trovare un accordo. Seppure i sondaggi dicano che sia il grande favorito sia per le politiche che per le regionali, tra i leader dell’alleanza riemergono antichi dissapori che potrebbero far saltare l’accordo da un momento all’altro, avvantaggiando così quegli avversari che pregano nell’imminente tracollo.
Il problema non è il programma ma bensì i candidati. Se sulle proposte e sul programma infatti un accordo di massima sembra essere stato trovato, manca ancora una decisione su chi dovrà guidare la coalizione alle prossime elezioni. Presidente e sindaco, tutti si aspettano un annuncio ma la realtà dei fatti racconta che siamo ancora lontani dalla definizione delle candidature.
Un momento d’impasse politica in cui i vari interlocutori restano bloccati sulle loro posizioni, pensando più al proprio orticello che al bene comune. Sì, perché al momento sono proprio i personalismi dei vari interlocutori a frenare ogni possibile accordo.
Si aspetta un segnale da Roma e così il nome di Riccardo Riccardi, al momento unico papabile candidato, rimane in sospeso. Una sospensione che potrebbe portare anche ad altri nomi, su tutti quello di Luca Ciriani. Forza Italia in realtà si attendeva un sì unanime per Riccardi che poi però non è arrivato. L’azzurro ha trovato il beneplacito di Tondo e di Autonomia Responsabile e anche quello di Noi con Voi di Fitto ma non quello delle Lega, che preferirebbe attendere prima le nazionali di marzo, e di un manovratore come Saro, ancora capace di determinare in un senso o nell’altro gli equilibri, che preferirebbe invece per un nome proveniente dalla società civile come Bini, visto che Fedriga pare destinato a Roma e non a Trieste.
Sarebbe in molti quelli che vorrebbero Fedriga governatore, pista però difficilmente percorribile visto che il deputato del Carroccio mira ad un incarico di governo.
“Basta che si decida in fretta” dicono a parole. Intanto i fantasmi del 2013 sono dietro l’angolo. Il rischio concreto è che il centrodestra si demolisca da solo, lasciando così il via libera ad una sinistra, che tanto meglio sta, ma che in qualche modo troverà una sintesi.