“Nel nostro Paese si fa così” prova a difendersi l’insegnante accusata di violenza sugli alunni
“Non era mia intenzione fare qualcosa di illegale, io ho ricevuto questo tipo di educazione, nel nostro Paese si usa così e pensavo che questo fosse il modo migliore di insegnare ai bambini”. Dopo lo scandalo, giustifica così il suo comportamento la maestra bengalese, indagata per aver creato nel suo appartamento a Maniago una scuola privata abusiva dove venivano impartite a 19 bambini bengalesi (3 suoi figli) lezioni di arabo e fondamenti coranici.
La donna, difesa da due avvocati (Panizzi e Vissat), si dichiara in assoluta buona fede: “Da noi si fa così, io sono cresciuta così e pensavo fosse normale. Solo adesso ho potuto capire che qui in Italia anche una sola bacchettata non è consentita. E quindi d’ora in poi non lo farò più”. L’insegnante però dovrà difendersi dalle accuse di maltrattamenti ed esercizio abusivo della professione, dopo l’indagine dei carabinieri del reparto operativo di Pordenone, inoltre il Gip ha disposto il divieto di espatrio e l’obbligo di firma.
Secondo l’imputazione risulta che: “maltrattatava numerosi bambini (compresi i tre figli) che le erano stati affidati sottoponendoli a reiterate vessazioni fisiche e psicologiche consistenti in percosse e minacce di percosse”. Inoltre usava un bastone quando gli alunni non prestavano attenzione: “creando un clima persistente di intimidazione e paura. Si accertavano parecchie decine di episodi”.
“Qualche bacchettata ci sarà stata ma non erano violenze gratuite per sfogare frustraione o aggressività. E i genitori hanno confermato che a loro andava bene il suo metodo”, ha precisato l’avvocato Panizzi.