Il mais Ogm non è nocivo e Fidenato a primavera riprenderà la semina
Non c’è nessuna evidenza di rischio per la salute umana, animale o ambientale dal mais transgenico, vale a dire geneticamente modificato con geni di altre specie. Lo rivela uno studio, coordinato dall’Italia, con la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Università di Pisa, che ha raccolto i dati relativi a 21 anni di ricerche condotte in pieno campo tra il 1996, anno di inizio della coltivazione del mais transgenico, e il 2016. I dati provengono da Stati Uniti, Europa, Sud America, Asia, Africa, Australia.
Una decisione che rappresenta una rivincita per Giorigio Fidenato, paladino della difesa dell’Ogm in Friuli Venezia Giuli. L’agricoltore di Arba ha annunciato pubblicamente che la prossima primavera seminerà il mais Ogm 810 nei suoi terreni di Colloredo di Monte Albano e di Vivaro.
“Ripartiamo con la semina- e lo scopo è quello di avere la possibilità di dimostrare come la direttiva europea che concede flessibilità agli stati membri sulla possibilità di coltivare Ogm non sia conforme ai trattati europei. Non riesco a capire perché il mio collega spagnolo può seminare Ogm ed io no, visto che facciamo tutti parte delle Comunità europea. Siamo in Europa, con un mercato unico e con la circolazioni delle merci, ma persistono ancora queste differenze. Non c’è una condizione di parità. Visto quanto sta accadendo a nostro parere non ci son gli elementi per parlare di un mercato comune e quindi sosteniamo che questa direttiva non sia legittima dal punto di vista della Comunità Europea”.
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