Anche in Friuli cresce l’interesse per Bitcoin e monete virtuali
Udine – Ormai si sente parlare quotidianamente, su TV, internet e giornali, di Bitcoin, Ethereum ed altre criptovalute. Si tratta di strumenti finanziari all’apparenza immediati ed alla portata di tutti e che, soprattutto, sembrano promettere rapidi e consistenti guadagni.
Una condizione, quest’ultima, che, in un momento in cui la congiuntura economica stenta a riprendersi, stimola ed attira, oltre ai più esperti in materia, anche chi, per i propri investimenti, si era sempre affidato alle banche ed agli altri canali tradizionali. Ma, si sa, non è sempre tutto oro quel che luccica, ed anche le monete virtuali nascondono ben più di un’insidia.
Con l’intento di informare la popolazione su questi strumenti, la Camera di commercio di Udine ed il Consorzio Camerale per il credito e la finanza di Milano, hanno organizzato un incontro, tenutosi in sala Valduga.
L’iniziativa ha riscosso un grande successo, con la sala riempita in ogni ordine di posto da commercianti, imprenditori e moltissimi giovani, oltre al centinaio di persone che hanno seguito l’evento in diretta streaming.
L’incontro in sala Valduga ad Udine
Ad aprire i lavori, il Presidente della CCIAA Giovanni Da Pozzo, che ha evidenziato: «l’importanza di cominciare ad approfondire questi ‘strumenti’, perché è importante riuscire a inquadrarli senza giudizi né pregiudizi, rappresentando un’innovazione in grado di influenzare l’economia e, più ampiamente, le nostre vite».
E così è iniziato il seminario, moderato da Stefano Miani dell’Università di Udine, con gli interventi qualificati di Domenico Antonio De Giorgio, Financial and investment advisor indipendente, che ha introdotto e ‘fotografato’ la realtà delle cripto valute e della blockchain, nonché di Andrea Paltrinieri dell’Università di Udine, che si è concentrato sulle anomalie del mercato e i contratti finanziari applicabili, seguito, sulle implicazioni legali e fiscali del comparto, da Flavio Notari della John Cabot University.
Ma che cosa sono i Bitcoin?
Per Bitcoin si fa riferimento alla moneta elettronica creata da Satoshi Nakamoto, questo lo pseudonimo con il quale l’autore si è presentato alla Rete alla fine del 2008 per annunciare il lancio della propria invenzione avvenuto nel 2009.
Per questa valuta virtuale, che ha realizzato il concetto di criptovaluta teorizzato nel 1998 da Wei Dai, sono stati creati i relativi simbolo e codice, rispettivamente: ฿ e BTC o XBT, esattamente come avviene per le valute reali. Altra notazione riguarda, invece, la scrittura del nome: quando ci si riferisce alla tecnologia e alla Rete si usa il termine Bitcoin maiuscolo, quando invece il riferimento è alla moneta vera e propria si usa il minuscolo (bitcoin).
La gestione di questo tipo di valuta è, ovviamente, interamente digitalizzata, non esiste una Banca Centrale che produca e immetta moneta sul mercato. Il sistema Bitcoin si basa su un grande database e mezzi di crittografia avanzatissimi attraverso i quali è possibile: tracciare le transazioni, generare moneta e assegnarla ai legittimi proprietari. Digitale è anche il portafoglio (wallet), che per i bitcoin può essere un qualsiasi personal computer custodito in prima persona o di terze parti che vanno quindi ad assumere il ruolo dei classici istituti bancari.
Attraverso Internet i bitcoin viaggiano verso chiunque sia in possesso di un indirizzo bitcoin, praticamente un meccanismo basato sul peer to peer (un sistema di comunicazione diretto fra due terminali), così come avviene da anni per lo scambio di file audio e video. Questa architettura gestionale fa sì che nessuna autorità possa bloccare la Rete o decidere una eventuale svalutazione a causa dell’immissione di nuova moneta.
Come avvengono le transazioni in bitcoin?
Dal momento che i bitcoin (e tutte le altre criptovalute) non esistono in formato fisico, com’è possibile tenere traccia delle transazioni, dei flussi di denaro e delle somme in possesso di ciascun utente?
Per fare ciò, si usa una tecnologia chiamata Blockchain, che permette la creazione e gestione di un grande database distribuito per la gestione di transazioni condivisibili tra più nodi (i singoli PC, nel caso dei bitcoin) di una rete. Si tratta di un database strutturato in Blocchi (contenenti più transazioni) che sono tra loro collegati in rete in modo che ogni transazione avviata sulla rete debba essere validata dalla rete stessa nell’analisi di ciascun singolo blocco. La Blockchain risulta così costituita da una catena di blocchi che contengono ciascuno più transazioni. La soluzione per tutte le transazioni sono affidate ai Nodi che è chiamato a vedere, controllare e approvare tutte le transazioni creando una rete che condivide su ciascun nodo l’archivio di tutta la Blockchain e dunque di tutti i blocchi con tutte le transazioni. Ciascun blocco è per l’appunto anche un archivio per tutte le transazioni e per tutto lo storico di ciascuna transazione che, possono essere modificate solo con l’approvazione dei nodi della rete. Le transazioni possono dunque essere considerate immodificabili.
Tale tecnologia, però, non trova applicazione solamente nel commercio delle monete virtuali. Secondo molti studiosi, infatti, il meccanismo della Blockchain troverà future applicazioni anche nel commercio e nella gestione delle reti aziendali.
Attenzione ai rischi
In Italia, come ha evidenziato l’ultimo relatore, l’acquisto, l’utilizzo e l’accettazione in pagamento delle valute virtuali deve ritenersi lecito. Anche se l’acquisto, lo scambio e l’utilizzo di criptovalute non sono assistiti da tutele legali o contrattuali analoghe a quelle che accompagnano le operazioni in valuta legale e l’emissione e la gestione di criptovalute non sono soggette a vigilanza da parte di alcuna autorità e in caso di condotta fraudolenta, fallimento o cessazione di attività delle piattaforme di scambio non esistono tutele specifiche per coprire le perdite subite.
Dalle criptovalute si possono, dunque, trarre notevoli profitti, ma bisogna essere consapevoli che, da un giorno all’altro, si potrebbe persino perdere tutto il capitale investito.