Auguri Bruno, sei un pezzo di Friuli che mi porto sempre nel cuore
Scrivere di un’icona del giornalismo italiano come Pizzul non è facile. Perché Bruno, è così che si presentò quando per la prima volta lo incontrai su un treno Milano-Udine, non è solo un giornalista, non è solo un telecronista ma è molto di più. E’ la voce del calcio, quello vero, quello passionale. E per me, giovane friulano che con passione si è avvicinato a questo mestiere, Pizzul è il maestro.
Un maestro che oggi compie 80 anni. Potrei ripercorrere tutte le tappe di una carriera incredibile, partendo dai suoi trascorsi da calciatore con le maglie di Catania, Ischia e Udinese, fino a quell’ultima telecronaca, ben trenta due anni dopo dall’ esordio, nel 2002 per l’amichevole Italia-Slovenia persa da noi per 1 a 0, ma non serve. Pizzul è un grande e tutti noi lo sappiamo.
Grande come Nando Martellini e Niccolò Carosio? Purtroppo non ve lo so dire in quanto sono nato negli anni novanta, ma di una cosa sono certo, è sicuramente più grande di tanti altri strillatori del calcio in tv d’oggi. Perché a Pizzul non servivano commenti chilometrici, non serviva inondare di parole le immagine. La sua voce era chiara, pacata ed essenziale. Accompagna i fatti, da una posizione umile, per poi esplodere, ma sempre con contegno, in occasione di un gol.
Tante le sue frasi storiche. Una fra tutte ha segnato l’inizio della mia passione per il calcio. “Baggio! È goooolll di Roberto Baggio”, ripetevo come un pappagallo correndo su e giù in cortile dopo che con un tiro avevo rotto per l’ennesima volta quel vaso di gerani che faceva da palo di una porta immaginaria.
Persona di classe, di cultura, insomma un’icona di quel calcio che fu che tutti noi, io in primis, ci portiamo nel cuore. Tanti auguri Bruno, tanti auguri maestro.