Giornata mondiale dell’acqua, Confagricoltura Fvg: ricerca, innovazione ed economia circolare per l’uso razionale della risorsa idrica
«Bisogna investire in ricerca per intervenire in maniera innovativa sulle carenze d’acqua e i fenomeni di siccità dovuti ai mutamenti del clima e per favorire l’uso razionale ed efficiente della risorsa idrica nei settori agricolo, industriale e domestico; c’è poi la necessità di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare. Sono temi che andranno tenuti in primaria considerazione dai nuovi Parlamento e Governo (nazionale e regionale), anche attraverso la definizione di specifiche strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per l’agricoltura e le foreste». Lo sottolinea Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg, in chiusura della “Giornata mondiale dell’acqua”, celebrata in tutto il mondo il 22 marzo.
«Quest’anno – ricorda Cressati – il tema della Giornata è stato “Nature for Water”; l’invito è ad usare le soluzioni che si trovano in natura per ridurre le inondazioni, la siccità e l’inquinamento delle acque. E, in natura, ci sono anche l’agricoltura e la forestazione che, a esempio, presidia e tutela più del 40% del territorio regionale. Il discorso sull’acqua è strettamente connesso a quello del suolo, per il quale è indispensabile l’attività degli agricoltori – prosegue Cressati –. Il suolo è il più grande serbatoio di carbonio terrestre, immagazzina e filtra l’acqua e aiuta a fronteggiare inondazioni e siccità grazie alla sua naturale resilienza. In quest’ottica, va sottolineato come le aree rurali e forestali siano delle vere e proprie “infrastrutture verdi” che possono contenere il dissesto idrogeologico. Per questo bisogna impedire l’abbandono dei territori da parte degli agricoltori. Molto si può fare per ridurre l’uso dell’acqua in agricoltura, avendo però sempre consapevolezza che il settore primario non spreca acqua, perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale – osserva Cressati -. Per tali motivi, invitiamo tutti a leggere con attenzione i dati che vengono diramati sull’impronta idrica di alcune produzioni agricole, perché non sempre corrispondono all’effettivo utilizzo di acqua da parte delle colture e degli allevamenti e, soprattutto, non tengono conto dei benefici economici, ambientali e sociali apportati dal settore primario».