Fico eletto presidente della Camera, al Senato c’è Casellati. Trovato l’accordo Lega-M5S
E alla fine si è concretizzata l’intesa tra Movimento 5 Stelle e centrodestra: a Montecitorio è stato eletto Roberto Fico, a Palazzo Madama è arrivata, pochi minuti dopo, la proclamazione della berlusconiana Maria Elisabetta Alberti Casellati, ex sottosegretaria alla Salute e poi alla Giustizia e già componente del Csm.
Dopo l’interlocutoria giornata in aula di ieri, le votazioni sono ripartite alle 10 e 30 ma i deputati di Forza Italia non hanno partecipato alla prima ‘chiama’ della quarta votazione di Montecitorio: una mossa tattica in attesa di verificare la tenuta dell’accordo al Senato. Alla seconda ‘chiama’, invece, si sono presentati e hanno votato Fico. E nel momento in cui è stato raggiunto il quorum (fissato a quota 311, maggioranza dei presenti) è scattato un applauso.
“Sono emozionato a rivolgermi a tutti voi e a tutti i cittadini, grazie per la fiducia per l’incarico di alta responsabilità, è un onore che omaggerò con imparzialità e desidero rivolgere il mio saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella garante dei valori della Costituzione”, ha dichiarato Fico, accolto sullo scranno da un applauso scrosciante dei 5s. Entusiasmo replicato quando ha citato come obiettivo la razionalizzazione dei costi della politica e il “superamento dei privilegi”. Casellati, invece, prima donna a rivestire la seconda carica dello Stato, ha definito la sua elezione “un onore e una responsabilità che sento doveroso condividere proprio con tutte le donne che con le loro storie, azioni, esempio, impegno e coraggio hanno costruito l’ Italia di oggi; un grande Paese democratico e liberale in cui nessun obiettivo, nessun traguardo è più precluso”. E sullo scenario politico ha sollecitato “unità di intenti nel rispetto della diversità”, rilevando che il voto “ha imposto una macroscopica innovazione”.
“Anche questa è una giornata che non dimenticheremo mai”, ha scritto Luigi Di Maio, su Instagram, “sono assolutamente felice, emozionato e orgoglioso che le Camere comincino a votare e della compattezza del centrodestra”, ha dichiarato invece Matteo Salvini mentre lo scrutinio non era ancora concluso e prima di far tappa a Palazzo Grazioli per un saluto a Berlusconi.
In verità al presidente Fico sono mancati una settantina di voti rispetto al numero dei deputati del “patto”. Inferiore lo scarto di Casellati al Senato. Il resoconto finale di Montecitorio riferisce di 620 presenti e votanti (su 630), con 422 voti per Fico, 102 per Giachetti, 7 per Fraccaro, 3 per Brunetta, oltre a 5 dispersi, 60 schede bianche e 21 nulle. Casellati invece ha vinto con 240 voti, davanti a Fedeli 54, Calderoli (3), Roberta Pinotti (2), Liliana Segre (2), Maurizio Gasparri (1), Paolo Romani (1) e Luigi Zanda (1) oltre a 14 schede bianche e una nulla.
L’intesa decisiva è arrivata dopo un vertice mattutino del centrodestra che ribalta gli scenari costruiti nella notte. Tramontata nel giro di poche ore la candidatura cinquestelle di Riccardo Fraccaro a Montecitorio. Il suo nome era stato annunciato attorno alla mezzanotte dai capigruppo in pectore Giulia Grillo e Danilo Toninelli. Da Palazzo Grazioli, però è arriva la frenata: Berlusconi, Salvini e Meloni hanno garantito la presidenza della Camera al Movimento ma il nome prescelto non è quello di Fraccaro. E Luigi Di Maio, all’assemblea dei gruppi parlamentari, ha annunciato Roberto Fico.
In mattinata, Riccardo Fraccaro, Alessandro Di Battista, Alfonso Bonafedee Stefano Buffagni si erano incontrati con Di Maio e Beppe Grillo all’Hotel Forum prima di spostarsi in Parlamento. “Sono molto ottimista, a breve vedrete cosa succederà”, aveva dichiarato il capo politico pentastellato.
Le convulse ore serali e notturne avevano portato anche ad un altro – ennesimo – colpo di scena nel centrodestra: il passo indietro della forzista Anna Maria Bernini, indicata per il Senato dalla Lega in oltraggio al candidato Paolo Romani scelto da Silvio Berlusconi. Stamattina si è ripartiti alle 9 quindi con un vertice dai toni della resa dei conti. Sul tavolo proprio il nodo di Palazzo Madama. Il lavoro diplomatico ha promosso l’ipotesi di una ricucitura interna al centrodestra sul nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Una novità che alla fine ha incontrato il via libera di tutti, anche quello del M5S.
All’incontro di Palazzo Grazioli era presente tutto lo stato maggiore di Forza Italia (solo Paolo Romani e Renato Brunetta sono usciti attorno alle 10 annunciando di non essere autorizzati a parlare). Giorgia Meloni era accompagnata da Ignazio La Russa. Le intese raggiunte con i grillini, provano ad assicurare dal centrodestra, “non sono prodromiche alla formazione del governo”. Il capogruppo M5s al Senato Danilo Toninelli, però, in sala stampa si dice ottimista: “È stato fatto il primo passo, dopodiché possiamo iniziare a trattare la questione governo e io sono convinto che possa andare bene pure questa partita. I cittadini possono però stare tranquilli: è finito il tempo dei caminetti”.
Il Pd, intanto, è rimasto a osservare: la riunione dei gruppi convocata per decidere come votare per la presidenza delle Camere alla terza votazione, è stata rinviata alle 9.30 ed è durata pochi minuti. Il reggente Maurizio Martinaha proposto ai parlamentari di votare al terzo scrutinio due candidati di bandiera dem per le presidente di Camera a Senato: rispettivamente Roberto Giachetti e Valeria Fedeli. “Il dato di fatto è questo: il centrodestra e i Cinquestelle hanno regolato i conti e hanno scaricato queste scelte sulle istituzioni, la legislatura parte male”, ha commentato Martina alla fine del voto. Intanto Paolo Gentiloni ha dato le dimissioni al Colle, nelle mani di Sergio Mattarella. Ora il rebus è la nascita del futuro governo.