La Carnia dichiara guerra alle slot-machine
Seguendo l’esempio di quanto già avvenuto nel vicino Comune di Tolmezzo, il Sindaco di Villa Santina, Romano Polonia, ha deciso di bandire le slot-machine dal territorio comunale. Ma c’è di più, poiché il Primo Cittadino punta alla creazione di una rete, in grado di tutelare i cittadini dalle ‘macchinette mangia soldi’, estesa a tutta la Carnia.
«Ho mandato una circolare a tutti i Sindaci dei 24 Comuni dell’UTI Carnia – spiega il Sindaco Polonia. Ho chiesto loro di fissare delle distanze limite tra le slot ed i luoghi più frequentati e a rischio, come scuole, ospedali, luoghi di culto, centri sociali e per anziani. Un provvedimento in materia esiste già, ma io vorrei inasprirlo, portando la distanza minima da 100 a 500 metri e riducendo ancora gli orari di gioco: soltanto sei ore al giorno.
Ho proposto la stessa distanza di sicurezza anche per Villa Lorenzini, che ospita persone fragili, e per i capannoni della zona industriale. Se non si mette in sicurezza anche quest’area, a qualcuno potrebbe sempre venire in mente di aprire una sala giochi».
Entro un mese si saprà se la proposta di Polonia verrà approvata anche dagli altri Sindaci dell’UTI.
Perdere i risparmi di una vita
«Il tutto è nato da due fratelli, che mi hanno chiesto aiuto per il loro anziano padre – spiega il Sindaco— Aveva perso oltre 150mila Euro, tutti i risparmi di una vita, ed era pronto ad ipotecare la casa, ed essendo capace di intendere e di volere non era possibile procedere con l’interdizione. Ormai era diventato schiavo del gioco, ma una volta ricoverato in casa di riposo, insieme alla moglie, non ha più sentito il bisogno di giocare».
Proprio fra gli anziani si rileva la maggior percentuale di ludopatici, così come vengono definiti coloro che non riescono a staccarsi da slot-machine e affini. Nei casi più gravi però, non si tratta solamente di un vizio, ma di una vera e propria patologia, riconosciuta da medici e specialisti.
«Nella nostra regione – spiega Francesca Vignola, coordinatrice del Tavolo tecnico regionale sul Gioco d’azzardo patologico – le classi più vulnerabili sono quelle degli anziani, soli e fragili, degli adolescenti, che hanno sempre a disposizione lo smartphone per giocare senza controllo, e dei migranti. I giocatori patologici che hanno chiesto aiuto ai servizi regionali sono poco più di 500, ma stimiamo un sommerso di almeno 5500 persone.
La Carnia ha sicuramente una popolazione anziana – conclude Vignola – che spesso vive sola. Gli amministratori locali sono stati i primi a muoversi, perché in un territorio piccolo c’è più sensibilità e la percezione del problema è maggiore rispetto alla grande città. Ma questa patologia è diffusa davvero in tutta la regione».