Immigrazione: in FVG l’ospitalità costa oltre 26 milioni di Euro
La ‘Rete dei numeri pari’ di Libera FVG ha presentato i numeri raccolti sul fenomeno immigrazione nel corso di un audit pubblico, tenutosi al Centro Balducci di Zugliano durante il convegno “Accoglienza migranti in FVG: chi, come, con quali risorse…”.
La spesa maggiore è per l’alloggio
Nel corso del 2016 lo Stato ha destinato 26 milioni e 127mila Euro per gestire il fenomeno migrazione in Regione. Analizzando i dati presentati dall’associazione, raccolti intervistando 10 cooperative sociali, destinatarie di oltre un terzo dei fondi precedentemente citati, emerge che la spesa maggiore riguarda le strutture destinate all’accoglienza dei migranti.
Affitti passivi, cauzioni sui contratti di locazione ed utenze assorbono il 54% dei fondi stanziati, mentre il sostentamento dei migranti (vitto, trasporti, pocket money, spese ricreative e formative) rappresenta la seconda voce di spesa, con il 28% dei fondi impiegati; il 15% dei fondi è destinato alla retribuzione degli operatori ed il 3% alle spese accessorie (spese mediche, pulizie, premi assicurativi).
L’identikit del migrante
Le 10 cooperative prese in esame hanno accolto, nel corso del 2016, 900 migranti. Si tratta prevalentemente di maschi sotto i 40 anni (poche le famiglie con donne e bambini) provenienti principalmente da Pakistan e Afghanistan. Nella maggior parte dei casi, per le persone ospitate è stato avviato l’iter per il riconoscimento dello status di protezione internazionale.
Le cooperative intervistate hanno accolto i richiedenti asilo in 116 strutture dislocate sul territorio regionale fra appartamenti, comunità ed ex caserme. Le strutture impiegate, sia private che pubbliche, sono tutte dotate di riscaldamento e Wi-Fi e prevedono un coinvolgimento degli ospiti nella gestione quotidiana delle stanze, per pulizie e piccoli lavori di manutenzione.
Per i migranti le cooperative hanno organizzato corsi di lingua italiana (8 – 10 ore la settimana) e di avviamento professionale. Sono state inoltre predisposte attività per l’autogestione (pulizia delle stanze, preparazione dei pasti, faccende domestiche e quotidiane) oltre a quelle di svago, sport e socializzazione.
I richiedenti asilo sono stati inoltre impiegati in opere di volontariato (laboratori, piccole opere di manutenzione della cosa pubblica, sfalcio del verde) ed in limitate attività lavorative e di inserimento occupazionale.