Case dell’acqua, strumento per azzerare l’impatto ambientale
Il Presidente Benigno: “Il 15% dei super-attenti è in Friuli. Incidere sulla quota di 68% di cittadini friulani disponibili ad abbandonare l’acqua in bottiglia!”
Il rispetto verso l’ambiente passa attraverso le scelte di ogni giorno, compresa quella di approvvigionarsi dal rubinetto e dalle Case dell’Acqua di CAFC; 34 installazioni (3 sono state cedute ai Comuni nel corso del 2017: Bertiolo, Visco, Campolongo Tapogliano) dove rifornirsi salvaguardando l’ecosistema. L’acqua totale erogata nell’ultimo anno è pari a 5 mila 578 metri cubi di cui 2 mila 588 naturale e 2.991 frizzante (vedi schema). “Continuiamo ad impegnarci – dichiara il Presidente di CAFC, Salvatore Benigno – per la promozione dell’acqua di acquedotto; l’acqua industriale costa mille volte più dell’acqua d’acquedotto e produce costi ambientali notevoli in funzione dei contenitori di plastica ma anche del loro trasporto e dell’emissione di Co2”. In sintonia con le proposte del Manifesto per il Contratto mondiale sull’acqua e con la revisione della direttiva comunitaria 98/83/CE, il Presidente Benigno sta diffondendo la cultura dell’acqua di rubinetto, sicura, pulita e garantita dai controlli costanti e severi, e modificare il sistema delle Casette attraverso tessere e non più gettoni.
In Friuli il 65 per cento circa dei cittadini compra acqua in bottiglia credendo sia più sicura, ma così non è. Per questo il Presidente vuole agire con ampie campagne su quel 68% di cittadini che ammettono di essere disposti ad abbandonare l’acqua in bottiglia e optare per quella di rubinetto a patto di ricevere maggiori garanzie di qualità e controlli. Si tratta di dati rielaborati in chiave locale dopo la fotografia nazionale scattata da Lifegate in collaborazione con l’Istituto di ricerca Eumetra. Un dato che fa onore al nostro territorio è contenuto in quel 15 per cento di consumatori che si dichiara super attento alla tematica acqua: si tratta in prevalenza di cittadini nel range 35-50 anni, residenti proprio nel Nordest, Friuli soprattutto. “Ci rincuora questa rilevazione, ma vogliamo e dobbiamo fare di più incidendo profondamente sia sul quel 38% che si dichiara moderatamente attento e su quelli disponibili a dire addio all’acqua imbottigliata, e ancora di più su quel 50% della popolazione ancora indifferente alla tematica…stando a quanto emerge dalla rielaborazione di un sondaggio Istat-Utilitalia”. Una battaglia, dunque, tutta in salita, visto che l’Italia si colloca al primo posto in Europa per consumo d’acqua pro capite (245 litri al giorno a persona contro il consumo medio pro capite nel Nord Europa parti a 180/190 litri).
CONSUMI – Ma il singolo cittadino deve fare la differenza: ogni anno un lavoratore consuma sul lavoro, durante la giornata e in pausa pranzo, circa 300 bottigliette da 0,5 litri in plastica Pet, ciò provoca il consumo di 8 kg di plastica, 15 kg di petrolio, 127 litri di acqua di processo, 17 kg di anidride carbonica Co2, per non parlare delle emissioni in atmosfera: 300 grammi di idrocarburi, 187 di ossido di zolfo, 135 di monossido di carbonio. Se passiamo ad analizzare una famiglia di 3 individui che consumano in media mille bottiglie l’anno da 1 litro e mezzo, i consumi lievitano: 35 kg di plastica Pet, 70 kg di petrolio, 600 litri di acqua di processo, 80 kg di anidride carbonica CO2; sul fronte delle emissioni in atmosfera i numeri schizzano a 1400 grammi di idrocarburi, 875 g di ossido di zolfo, 630 grammi di monossido di carbonio. Questi consumi si potrebbero abbattere del tutto scegliendo l’acqua dell’acquedotto, non solo a casa, ma anche negli uffici pubblici, nelle scuole, nelle aziende, nelle mense (scolastiche e aziendali) dove le brocche d’acqua potrebbero prendere il posto delle bottigliette industriali, iniziative che vedono CAFC in prima linea.
Inoltre, adottando l’opzione pro-acquedotto, una famiglia di 3 persone risparmierebbe fino a circa 700 euro l’anno, mentre un’azienda da 100 dipendenti potrebbe generare un risparmio annuo da un minimo di 10 mila ad un massimo di 30 mila euro. Calcolando poi l’impatto del trasporto su gomma delle acque in bottiglia, spesso prodotte a km di distanza dai luoghi dell’effettivo acquisto, risulta che il viaggio di una sola bottiglia d’acqua dal produttore al rivenditore comporta il consumo di circa 6 litri di gasolio l’anno.
Non è un caso che incrementare l’utilizzo dell’acqua di rubinetto sia al centro dei cambiamenti in atto nella legislazione europea, dalla Plastic Strategy alla recente proposta di revisione della direttiva sulle acque potabili con la riduzione del 17 % almeno dei consumi di acqua in bottiglia di plastica e un conseguente risparmio per le famiglie europee di almeno 600 milioni di euro annui.