Lo chef pordenonese Nappo attacca: “Nel lavoro in cucina gli italiani non hanno spirito di sacrificio, ormai io ho solo extracomunitari nei miei locali”
Duro attacco di Carlo Nappo, chef pordenonese, agli italiani. Stando alle sue dichiarazioni, sono infatti sempre meno gli abitanti del Belpaese disposti a lavorare in sala o in cucina. Questi preferiscono lavori meno impegnativi o stare a casa, mantenuti dai genitori. A tenere a pieno regime i ranghi del settore culinario sarebbero gli extracomunitari. Nappo è lo chef dei ristoranti “alla Catina”, a Pordenone, e del “Podere dell’Angelo”, a Pasiano, uno degli imprenditori emergenti del settore della ristorazione. Il suo è un affondo totale. Le famiglie infatti a suo parere non insegnano più lo spirito di sacrificio e il valore del lavoro. Porta anche un aneddoto a dimostrazione della sua tesi: “Parlavo recentemente con un collega che gestisce una pizzeria e mi raccontava che un ragazzo che lavorava per lui come fattorino ha deciso di lasciare perché il padre gli ha detto: “Vai in giro a portare le pizze col motorino per prendere 50 euro al giorno? Piuttosto, quei soldi, te li do io”. Siamo arrivati al punto che i genitori danno ai figli i soldi per non lavorare”. Non è però una critica di stampo forneriano, non si parla di “bamboccioni”, ma si punta più il mirino sulle capacità richieste dal settore culinario, tra le quali c’è anche la capacità di saper servire il cliente: “Non vogliono servire ma essere serviti. Nei miei locali, in cucina e in sala, ormai ci sono solo extracomunitari. Che lavorano benissimo, sia chiaro. Ma non si può non essere preoccupati pensando al futuro dei giovani italiani se questa è la mentalità. In più, non c’è la voglia di fare gavetta. Pretendono subito di improvvisarsi chef e ristoratori, mettendosi in proprio troppo presto e facendo una brutta fine”.