Si chiude ufficialmente la Provincia di Udine
Dopo due secoli di storia amministrativa, si chiudono le porte di Palazzo Belgrado. Ieri Fontanini, presidente della Provincia, ha ufficializzato la fine di un’epoca. Proprio però per la storia della piazza, nessuno vuole arrendersi alla chiusura: “Facciamo voto affinché il principio di sussidiarietà, il decentramento amministrativo voluto da grandi presidenti di questa Regione tornino a essere realtà e progetto politico di questo Friuli Venezia Giulia” ha detto Fontanini, a proposito del possibile arrivo di Fedriga a Trieste, cosa che gli permetterebbe di avere una giunta “amica”.
«A vegnarà ben il dì che il Friùl si inecuarzarà di vei na storia, un passat, na tradision!» (verrà il tempo in cui il Friuli si accorgerà di avere una storia, un passato una tradizione), questo il monito, riprendendo Pasolini, lasciato davanti ai cancelli del palazzo. Palpabile lo sconforto e la commozione per quello che era un simbolo della friulanità, ora chiuso perchè ritenuto da molti un ente inutile. Si auspica che, magari con altri nomi, magari con un’altra organizzazione, si possa fare un parziale passo indietro.
Allo storico Gianfranco Ellero il compito di ricordare la storia di un “ente che ha avuto un ruolo importante per il Friuli, ma le mie parole sono velate di tristezza per dover parlare alla fine di una lunga e fruttuosa esistenza. La Provincia di Udine uscirà dalla vita pubblica del Friuli per entrare definitivamente nei libri di storia della nostra terra. Due sono gli aspetti e caratteri molto importanti per il Friuli e cioè la formazione del territorio e la funzione regionale che questo ente regionale si è sempre assunto. È facile osservare che il Friuli è stato il cuore e la spina dorsale di molti enti politici ed ecclesiastici non per due secoli, ma per 2 mila e 200 anni”. Poi la torta con la scritta “Arrivederci Mandi”.