Consorzio Agrario FVG, approvato il bilancio 2017, anno difficile per agricoltura e zootecnica
MA I CONTI CHIUDONO IN UTILE CON 340MILA EURO DI RISULTATO NETTO I SERVIZI TECNICI PESANO L’85% DEL FATTURATO, 15% LE FILIERE MESSO A SEGNO L’INGRESSO IN LATTE CARSO
BASILIANO. Anno agricolo difficile, il 2017, visto dal Consorzio agrario del Friuli Venezia Giulia. Nonostante le condizioni meteorologiche siano state migliori rispetto ad altre regioni, a frenare il comparto sono state le dinamiche negative dei prezzi, specie su cereali e latte. Questo scenario macro, a dispetto del quale la grande cooperativa di Basiliano ha chiuso i conti in positivo, grazie a un’oculata gestione. Stamattina l’assemblea generale, composta da 19 delegati in rappresentanza dei 2mila 494 soci, ha licenziato il bilancio dell’anno passato. Fatturato: 134 milioni di euro (5 in meno del 2016). Risultato netto: 340mila euro (233mila in più rispetto ai 107mila del 2016). “Un risultato positivo” ha rivendicato il presidente Dario Ermacora sottolineando però “che se fare utili non è la nostra mission. Siamo una cooperativa patrimonializzata, per ben 21 milioni di euro, e l’obiettivo che ci poniamo è dare il miglior servizio possibile alle aziende agricole. A partire dai mezzi tecnici, che sono il nostro core business da quasi 100 anni, tanti saranno nel 2019 quelli di attività del Consorzio”.
Il 2017 come detto è stato un anno di difficoltà per l’agricoltura. Per cereali e zootecnia, la viticoltura ha pagato i danni da gelo. Si è confermato, sotto il profilo delle superfici, il sorpasso della soia sul mais, scelta difensiva degli agricoltori che visti gli scenari poco incoraggianti hanno scelto di ripiegare su una coltura meno impegnativa sotto il profilo della gestione in campo. “Alla crescita delle superfici non è purtroppo corrisposta una crescita del prezzo, che anzi – sottolinea ancora il presidente – hanno subito una leggera flessione”.
In questo quadro, il risultato positivo messo a segno dal Consorzio si deve a un’attenzione scrupolosa “a tutte le voci di costo e una minuziosa ricerca di politiche di razionalizzazione che hanno inciso positivamente sui conti senza nulla togliere all’efficacia dei servizi resi alle imprese agricole” ha spiegato dal canto suo la direttrice generale del Consorzio, Elsa Bigai, illustrando a beneficio della platea riunita a Basiliano le principali voci del documento forte di 130 pagine.
Accanto alle attività “storiche” – fertilizzanti, agrofarmaci, sementi, giardinaggio, impianti, mangimi, cereali e proteoleaginose, meccanizzazione e prodotti petroliferi – che valgono l’85% del giro d’affari con ben 40 punti vendita sparsi su tutto il territorio regionale, negli ultimi anni il Consorzio ha scelto di giocare un ruolo anche nell’ambito delle filiere. In particolare del vino e del latte che oggi sono ragione di circa il 15% del fatturato (ma non partecipano all’utile del consorzio). Nel 2009 la coop ha rilevato da una situazione di grave difficoltà la cantina di San Giorgio della Richinvelda, nel 2013 ha operato la fusione per incorporazione con Aprolaca cui è seguita, nei mesi scorsi, contestualmente al conferimento del marchio Blanc, l’ingresso in Latte Carso, società di cui oggi il consorzio detiene circa un terzo delle quote. Nel 2017 le due filiere hanno rispettivamente lavorato 45 mila quintali di uva e raccolto 268mila quintali di latte. “Siamo soddisfatti di poter dire oggi che l’operazione sulla cantina di San Giorgio sta dando buoni risultati, che speriamo arrivino anche per il latte”. Se per tirare un primo bilancio è ancora presto, Ermacora rileva però l’unicità dell’ingresso in Latte Carso del Consorzio. “Unica perché siamo riusciti a mettere insieme un privato e una cooperativa in un mondo, quello agricolo (ma non solo) dove è quasi impossibile riuscire a fare squadra all’interno del mondo cooperativo”. Anche in questo caso, il fine dell’operazione guarda alla soddisfazione dei soci e al futuro del comparto. In un settore, qual è quello lattiero caseario, trovare la giusta remunerazione per il latte è una missione. Il Consorzio se ne fa carico da 5 anni: prima é intervenuto su raccolta e commercializzazione, ora anche sulla trasformazione.