I sindacati dell’Azienda sanitaria 2 lanciano l’allarme dopo la legge di riordino del servizio sanitario regionale
I rappresentati sindacali delle sigle Aaroi Emac, Anaao Assomed e Anpo Cimo, dell’Azienda sanitaria 2 Bassa Friulana Isontina in una nota congiunta hanno commentato gli effetti che la legge di riordino del servizio sanitario regionale ha portato nell’area della Bassa Friulana. Il primo punto critico è la concentrazione dell’attività chirurgica a Latisana : “senza dotare l’ospedale dei necessari servizi come un centro trasfusionale adeguato e attrezzature idonee per i trattamenti dialitici urgenti. Con i pazienti critici post operati seguiti non dagli anestesisti ma dai medici del Pronto soccorso, la cui professionalità e competenza non è in discussione, ma da tempo in grave carenza di organico. Questo perché nonostante a Latisana si pratichi da tempo la chirurgia di maggior peso clinico, l’apertura di quattro posti letto di terapia intensiva della nuova struttura complessa di anestesia e rianimazione, decisa solo di recente, è tuttora solo sulla carta. A Palmanova, invece gli anestesisti non sono titolari di alcun posto letto di terapia intensiva, ma seguono in area di emergenza i pazienti critici post operati. Pur trattandosi della stessa Azienda e del medesimo presidio ospedaliero si riscontrano modelli organizzativi diversi a seconda della sede” fanno sapere i rappresentati.
Inoltre il risparmio del riordino sarebbe molto relativo: “Lo dimostra – scrivono – la fuga di pazienti e il conseguente maggior esborso di denaro pubblico: fra urologia e ortopedia oltre 500 mila euro per il solo 2017 e poi ci sono gli oltre 3 milioni di euro negli ultimi 3 anni (secondo i dati resi pubblici dall’Azienda), derivati dalla sospensione del punto nascita di Latisana, a cui aggiungere la decrescente attività del punto nascita di Palmanova. Scelte gestionali che hanno prodotto la cosiddetta “fuga evitabile”, con pazienti indotti a inseguire, in regione e fuori, gli specialisti di fiducia”.
Problemi anche per quanto riguarda i servizi ambulatoriali: “il decreto sulle vaccinazioni ha quasi triplicato il lavoro degli igienisti, già gravati dai numeri crescenti dei test sulla salute degli immigrati, in particolare per Tbc, gli organici medici però sono rimasti invariati se non diminuiti, con riflessi sui tempi di attesa per le visite ambulatoriali e per gli esami strumentali, compromettendo anche il rapporto di fiducia e la continuità assistenziale medico-paziente, fra gli obiettivi prioritari della riforma”.