Fvg, si è arrestato il calo del numero dei contribuenti
Reddito da lavoro dipendente: la regione è quinta in Italia, Trieste la dodicesima provincia
Bonus 80 euro: 15% di restituzioni
Al Pd il 40,4% del 2×1000, calano le scelte 8×1000 a favore della Chiesa Cattolica
Indagine Ires Fvg sulle dichiarazioni 2017
Si è arrestato il calo del numero dei contribuenti
In Friuli Venezia Giulia il numero di contribuenti è passato da oltre 971.000 nel 2008 a meno di 920.000 nel 2016 (-51.000 unità, pari a una flessione del 5,3%). Nel 2017, con riferimento all’anno di imposta 2016, si è arrestata questa tendenza negativa, anche se con una crescita di appena 75 unità (da 919.987 a 920.062). Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo in un’indagine su dati del ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’imposta netta dichiarata e le addizionali Irpef
In Fvg i contribuenti che hanno dichiarato un’imposta netta Irpef sono stati poco più di 738.000, pari all’80,2% del totale, per un valore complessivo di 3,7 miliardi di euro (quasi 5.000 euro pro capite). L’addizionale regionale Irpef nel 2017 ammonta complessivamente a 11,9 miliardi (+0,9% rispetto all’anno precedente), mentre quella comunale è pari a 4,7 miliardi (+0,9%). In Fvg tali addizionali sono pari a 209,8 milioni (+1,1% rispetto all’anno precedente) e 76,9 milioni (+0,9%).
Le principali categorie di contribuenti
Le tipologie di reddito maggiormente dichiarate, sia in termini di frequenza sia di ammontare, sono quelle relative al lavoro dipendente e alle pensioni, che insieme in Fvg costituiscono l’84% del reddito complessivo (52% per i lavoratori dipendenti e 32% per i pensionati).
I lavoratori dipendenti
In Fvg il numero di lavoratori dipendenti nel 2017 è risultato pari a 476.616 (4.800 in più rispetto al 2016), con un reddito medio da lavoro dipendente di 21.709 euro, che pone la regione al quinto posto in Italia. A livello provinciale Trieste è prima in regione e dodicesima in Italia con oltre 23.000 euro, Gorizia è ultima con 20.456; Udine e Pordenone si attestano in una posizione intermedia, in entrambi i casi con redditi medi da lavoro dipendente vicini a 21.500 euro (rispettivamente 21.598 e 21.509). Si può anche sottolineare che, per il secondo anno consecutivo, il numero di lavoratori dipendenti è in crescita, a testimonianza della ripresa dell’occupazione in atto.
I pensionati
I pensionati in Fvg sono circa 360.000 (4.700 in meno rispetto all’anno precedente), in calo ormai da diversi anni (nella prima metà degli anni Duemila avevano superato quota 400.000); il reddito medio da pensione in regione è di 17.634 euro. Spicca la provincia di Trieste, terza in Italia dopo Roma e Milano, con una media di 19.766 euro. A livello comunale è invece Sgonico a occupare la prima posizione (21.271 euro), seguita da Udine (21.239), gli unici a superare la media di 21.000 euro; agli ultimi posti si trovano soprattutto i pensionati dei territori montani e delle Valli del Natisone e del Torre.
I redditi da pensione sono aumentati molto più di quelli da lavoro
Nell’ultimo decennio 2006-2016 (l’anno fotografato dalle più recenti dichiarazioni) in Fvg i redditi da pensione sono aumentati complessivamente del 21,3%, quelli da lavoro dipendente del +13,2%. Poiché nello stesso periodo il numero di pensionati è diminuito (-8,8%), mentre quello dei lavoratori dipendenti è leggermente aumentato (+1,1%), l’entità degli incrementi pro capite è stata decisamente diversa. Per i pensionati il reddito medio è infatti passato in termini nominali da 13.256 a 17.634 euro (+33%), per i lavoratori dipendenti da 19.374 a 21.709 euro (+12,1%). Bisogna considerare, sottolinea Russo, che le pensioni hanno beneficiato di forme di indicizzazione all’inflazione, anche se diversificate nel tempo, mentre i redditi da lavoro sono stati intaccati ad esempio dal massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali che si è verificato durante la crisi. Si può anche ricordare che nel periodo in esame l’inflazione è aumentata complessivamente del 14,9%. Nello specifico si tratta della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, fornito dall’Istat, usato per adeguare periodicamente i valori monetari, i canoni di affitto e gli assegni dovuti al coniuge separato. Questo indice si riferisce ai consumi dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. Pertanto si rileva che nell’ultimo decennio i redditi da lavoro dipendente non hanno tenuto il passo della crescita dei prezzi. Il Fvg è comunque una delle regioni dove i redditi medi dichiarati al fisco sono aumentati di più nel decennio in esame, subito dopo Trentino Alto Adige (+13,9%) e Veneto (+12,3%).
Il bonus Irpef di 80 euro mensili
Il cosiddetto “bonus Irpef” di 80 euro mensili viene erogato a partire da maggio 2014 e riconosciuto ai lavoratori dipendenti (e ai titolari di alcuni redditi assimilati), il cui reddito complessivo non sia superiore a 26.000 euro (e la cui imposta sia di ammontare superiore alle detrazioni per lavoro dipendente). Nel 2017 in Fvg i beneficiari sono stati 265.804 (il 55,8% dei dipendenti), per un totale di quasi 218 milioni di euro (819 pro capite). Occorre anche sottolineare che, sempre in Fvg, in oltre 39.000 casi (pari al 14,7%) si è alla fine verificata una restituzione parziale (o totale) del bonus, in quanto non effettivamente spettante. A livello nazionale oltre 1,7 milioni di soggetti hanno dovuto restituire integralmente o parzialmente il bonus ricevuto. Il datore di lavoro provvede infatti ad erogare su base mensile il bonus ai contribuenti che ne hanno diritto in base alle informazioni in suo possesso; successivamente, in sede di dichiarazione, è necessario procedere al ricalcolo del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati.
La destinazione dell’8 x 1000 allo Stato e alle Confessioni Religiose
L’otto per mille del gettito Irpef vale complessivamente 1,2 miliardi (importo ripartito nel 2017 in base alle scelte effettuate sui redditi del 2013), di cui oltre 1 miliardo viene destinato alla Chiesa Cattolica. Per quanto riguarda i redditi 2013, ripartiti nel 2017, la Chiesa Cattolica ha infatti totalizzato l’81,2% delle scelte valide a livello nazionale. In Fvg tale percentuale scende al 74,9% ed è in diminuzione (9 anni fa sfiorava l’86%, anche se negli ultimi anni c’è stato un lieve recupero), a favore dello Stato e della Chiesa Evangelica Valdese (che evidenziano gli incrementi maggiori). Se confrontata con la totalità dei contribuenti, la percentuale che sceglie la Chiesa Cattolica in regione corrisponde al 31,7% (a livello nazionale il 37%). Nel 2012 sono state stipulate delle Intese con l’Unione Cristiana Evangelica Battista, la Chiesa Apostolica e l’Arcidiocesi Ortodossa. L’anno successivo la possibilità di destinare il proprio otto per mille è stata estesa anche all’Unione Induista Italiana e all’Unione Buddhista Italiana; quest’ultima risulta al quarto posto in regione con quasi 3.000 scelte espresse, superando l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (meno di 2.400).
La destinazione del 2 x 1000 ai partiti politici
Dal 2014 è possibile devolvere il due per mille della propria imposta Irpef ai partiti politici. Solo un numero esiguo di contribuenti regionali ha deciso in tal senso nel 2017, pari a 34.200 unità (3,7% del totale). In Fvg la maggior parte del gettito (40,4% delle scelte effettuate) è andato al Partito Democratico, seguito da Lega Nord (22,2%), Fratelli d’Italia (8,1%), Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (5,1%) e Forza Italia (4,9%). Rispetto al contesto nazionale si osserva una percentuale decisamente più bassa di contribuenti che hanno scelto il Partito Democratico (che nel complesso fa registrare il 49,1%), mentre sono state in proporzione più frequenti le scelte a favore di Lega Nord e Fratelli d’Italia.
I modelli utilizzati per la dichiarazione
Negli ultimi anni è aumentato il numero di contribuenti che presentano il modello 730 (+2% in regione tra 2016 e 2017), anche in virtù del crescente utilizzo del modello 730 precompilato, introdotto nel 2015. Il Fvg è invece la regione italiana dove è più basso il ricorso al modello Unico, che riguarda solo il 20,6% del totale delle dichiarazioni, contro una media nazionale del 24,1%. Continua infine a diminuire il numero di soggetti senza dichiarazione per i quali occorre recuperare le informazioni dalla Certificazione Unica CU (-4,6%).