Minoranze: Zannier (Osce), Parlamento ratifichi Carta europea lingue
“L’Italia non ha ancora ratificato la Carta
europea delle lingue regionali o minoritarie e credo che la
conferenza internazionale che si tiene oggi a Udine sia una buona
occasione per ricordare al nostro Parlamento che è importante
fare dei passi concreti per proteggere il diritto delle minoranze
a mantenere viva la loro cultura”.
Lo ha affermato in merito alla Carta aperta alla firma a
Strasburgo nel 1992, sottoscritta dall’Italia nel 2000 ma non
ancora ratificata, l’Alto commissario sulle minoranze nazionali
dell’Organizzazione sulla sicurezza e cooperazione in Europa
(Osce), Lamberto Zannier, a margine della conferenza
internazionale sul tema dei rapporti tra Stati in materia di
minoranze.
La conferenza, aperta oggi in sala Ajace alla presenza del
governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e
dell’ex presidente sloveno Danilo Türk, di numerosi ambasciatori
e rappresentanti dei 57 Stati partecipanti dell’Osce, intende
mettere a fuoco le esperienze maturate e le migliori pratiche in
materia di rapporti tra Stati in materia di minoranze a dieci
anni dalle “Raccomandazioni di Bolzano”, documento che aveva
fornito nel 2008 le linee guida sul tema.
“Dopo dieci anni la situazione è cambiata parecchio”, ha
commentato a margine dei lavori della conferenza Zannier. “Quello
che vediamo in Europa in questo periodo – è l’analisi dell’Alto
commissario, già segretario generale dell’Osce e diplomatico di
origini friulane – è una ri-nazionalizzazione delle politiche
estere dei Paesi, un ritorno della geopolitica, a relazioni più
conflittuali, in un quadro in cui le minoranze nazionali
diventano ostaggio di questa politica più ri-nazionalizzata”.
Per Zannier “è importante intervenire per meglio identificare
quali sono i ruoli dei Paesi dove le minoranze risiedono, che
hanno ovviamente la responsabilità della gestione delle politiche
di tutela delle minoranze per preservarne l’identità, il
patrimonio culturale e linguistico, ma anche considerare quali
sono i limiti dell’intervento dei Paesi di riferimento etnico dei
Paesi a cui la minoranza guarda al di fuori del confine del Paese
dove risiede: spesso – ha indicato Zannier – c’è un abuso nel
ruolo dei Paesi esterni e quindi questo convegno, a cui
partecipano esponenti di alto livello dei Paesi dell’Osce,
dall’Asia centrale all’America, dovrebbe aiutarci a rivitalizzare
i principi contenuti nelle Raccomandazioni di Bolzano, guardando
a esse alla luce delle nuove sfide”.
Tra le situazioni più critiche in Europa, Zannier ha citato, da
una parte, le problematiche delle minoranze tradizionali –
questioni legate spesso a processi di cambiamento dopo la fine
della Guerra Fredda – e, dall’altra, le questioni che riguardano
“le cosiddette ‘nuove minoranze’, quelle che non hanno una
definizione precisa e escono dai movimenti migratori degli ultimi
anni”.
“Le difficoltà di integrazione di alcune comunità, incluse quelle
islamiche, in Paesi occidentali come il Belgio, la Francia o la
Gran Bretagna, se non gestite portano a un isolamento delle
comunità di migranti, a una loro chiusura e potenziale
radicalizzazione che in qualche caso genera terrorismo: il
problema dell’integrazione – ha affermato Zannier – è ancora
acuto in molti Paesi dell’Ue e va discusso”.
Per l’Alto Commissario in questo quadro “l’Italia non è
un’eccezione, ed è importante che qui ci sia una politica
nazionale molto chiara sull’integrazione, che coinvolga le
autorità locali, ma che abbia a monte una strategia nazionale
forte”.
Altro tema definito da Zannier “scottante” è il ruolo dei social
media. “Stiamo lavorando su un nuovo set di raccomandazioni che
aggiorneranno quelle del 2003 e guarderanno ai media nell’era
digitale: un tema delicato, tanto che da alcuni analisti i social
media vengono definiti come un mezzo non convenzionale di arma
usata per influenzare e creare divisione nella società. Su
questo, ci vuole anzitutto una comprensione del fenomeno e poi
una strategia condivisa internazionale per affrontarlo”.
Il tema delle nuove minoranze in Europa è stato affrontato anche
dall’ospite d’onore della conferenza, l’ex presidente sloveno
Danilo Türk, che ha tenuto la sua relazione a conclusione della
sessione della conferenza aperta al pubblico, a cui sono
intervenuti anche l’ambasciatore e coordinatore per la presidenza
italiana di turno dell’Osce Vinicio Mati e il sindaco di Udine
Pietro Fontanini.
Sulle nuove minoranze in Europa giunte attraverso le
immigrazioni, Türk ha puntualizzato “che le minoranze nazionali
storicamente consolidate hanno un tipo di priorità, legata alla
preservazione della loro identità, etnica, linguistica,
culturale, mentre i nuovi gruppi migratori in arrivo hanno una
priorità molto diversa, che è soprattutto quella di essere
socialmente integrati nella società in cui iniziano a vivere”.
“Le minoranze nazionali sono generalmente già integrate mentre le
comunità migranti – è stata l’analisi di Türk – devono ancora
affrontare questa integrazione e penso che la grande maggioranza
degli sforzi debba essere posta su argomenti come l’educazione
linguistica, la sensibilizzazione culturale e la ricerca di posti
di lavoro appropriati per queste persone”.