Troppe truffe in regione: presi di mira perfino i disabili. E i truffatori quasi sempre sono a piede libero. Per questo servono pene più severe
Pubblicato il 19 Luglio 2018
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Dalla “truffa del pacco” al finto incidente stradale. Fioccano le segnalazioni nella nostra regione di raggiri ai danni di anziani. Le truffe sono in costante aumento, specie durante quest’ultima estate: i truffatori, contando spesso sulla solitudine, aggrediscono senza pietà le fasce più esposte come le persone anziane. E lo stesso accade purtroppo spesso in centri anche nei centri di assistenza dove perfino i disabili vengono derubati.
Quello dell’incidente fantasma, in particolare, è diffuso negli ultimi giorni. Si telefona alla persona prescelta (quasi sempre donna) comunicando che il nipote ha subito un incidente stradale ed ha bisogno di assistenza legale per “evitare il carcere”. L’organizzazione della truffa viene completata, per conferma, da una seconda telefonata di uomo che si spaccia per carabiniere per poi passare a casa dell’anziana a “recuperare” un acconto per spese legali. Altra truffa, avvenuta a Pordenone, è quella della finta eredità: un 83enne è stata convinta da due sconosciuti incontrati per strada a prelevare 3mila euro in banca, sul conto tra l’altro ne aveva solo mille, in cambio di una falsa eredità.
Insomma truffatori continuamente in azione in questi giorni sul tutto il territorio regionale. Cosa fare? L’invito è di prestare molta attenzione agli sconosciuti e di consultare sempre un familiare, di avvisare le forze dell’ordine e quindi di sporgere denuncia.
E la legge? C’è da augurarsi che la linea dura annunciata dai Ministri all’Interno Salvini e alla Giustizia Bonafede nei confronti di quanti si occupano esclusivamente di truffare i nostri anziani, oltre che nei confronti degli autori di violenze, sia confermata nei fatti con provvedimenti urgenti in due direzioni: più prevenzione ed assistenza (campagna di informazione, uomini e mezzi), pene più severe. C’è innanzitutto un vuoto legislativo da colmare: devono indurre a riflettere sulle legislazioni che altri Paesi Europei hanno adottato per cercare di contrastare questo fenomeno. Da noi invece, in caso di fermo dei malviventi, niente misure cautelari in carcere per pene detentive non superiori a 3 anni: in buona sostanza, truffatori quasi sempre a piede libero.
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