Cultura: mostra Mare&Sport a Trieste fa conoscere la storia
“I giovani delle nazioni che si affacciano verso questa parte dell’Adriatico dovrebbero conoscere, al di fuori di ogni pregiudizio o rancore, le vicende di queste terre. Proprio per questo, una mostra di sport e mare vuole anche ricordare il ruolo e la presenza della cultura italiana nell’Istria e nella Dalmazia poi annesse alla Jugoslavia”.
Lo ha detto a Trieste, al Museo della Civiltà Istriana Fiumana Dalmata, l’assessore regionale Fabio Scoccimarro, nel corso dell’inaugurazione della mostra organizzata dall’Istituto regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata (Irci) e intitolata “Mare & Sport. In Venezia Giulia Fiume e Dalmazia”, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 28 ottobre.
Tra i pezzi forti della rassegna, oltre ad una serie di foto d’epoca che ritraggono campioni e momenti di sport del passato, anche l’imbarcazione (quattro con) Armando Diaz con la quale la Pullino di Isola d’Istria trionfò nel canottaggio alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
Come sottolineato da Scoccimarro, ricordando la sua esperienza di giovane sportivo che si avvicinava alla pratica del canottaggio, molte sono state le imbarcazioni che hanno poi portato negli anni i nomi delle città dell’Istria e della Dalmazia.
“Grazie a quella esperienza iniziata sul pontile Istria qui a Trieste – ha ricordato l’assessore – ebbi modo di conoscere la storia che era sottaciuta dei mezzi di informazione e che non ci veniva insegnata a scuola, quella del dramma degli esuli e la tragedia delle foibe”.
“Allo stesso tempo – ha spiegato l’assessore – ho avuto la fortuna, frequentando i circoli velici, di conoscere di persona campioni olimpici e mondiali, quelli che per me erano e rimangono degli esempi di sport e anche di vita”.
Traendo spunto dalla collaborazione che unisce la mostra “Mare & Sport. In Venezia Giulia Fiume e Dalmazia” al 50. della Barcolana, Scoccimarro, rimarcando come ad ottobre finiscano le,celebrazioni dedicate alla Grande Guerra, ha lanciato la proposta affinché gli atleti austriaci, ungheresi e italiani partecipanti alla regata, indossando le stesse divise dell’equipaggio, portino anche il simbolo della propria bandiera nazionale “affinché lo sport e il mare uniscano ciò che la storia, 100 anni fa, divise”.