Colloredo di Monte Albano: il Castello e tante altre bellezze. A tu per tu con il sindaco Luca Ovan
In Friuli è sinonimo di arte e storia, un intreccio fittissimo di opere che vivono in una naturale comunione tra paesaggio e cultura, architettura e luoghi incontaminati. Le bellezze artistiche, anche se magari noi friulani spesso non ce ne accorgiamo pensando che la nostra regione abbia ben poco da offrire, sono ovunque e ogni angolo, non solo in città ma anche nei piccoli paesi, riserva infinite e meravigliose sorprese.
Il nostro territorio è quindi disseminato di opere storiche di incomparabile bellezza da conoscere, visitare ed apprezzare. Anche in Friuli si può quindi respirare la storia di un passato emozionante e grandioso e si possono effettuare viaggi alla scoperta di residenze private di antiche e nobili famiglie, visitare chiese e musei, scoprire eccezionali luoghi dalla straordinaria importanza storica ed archeologica.
Una meta imperdibile per chiunque voglia godere allo stesso tempo sia le bellezze dell’ambiente naturale che quelle storiche è Colloredo di Monte Albano, piccolo paese attorniata da morbide onde di colli che si trova tra le colline moreniche del Friuli.
Percorrendo il lungo rettilineo che si snoda in un incantevole saliscendi, realizzato nel Cinquecento per sole ragioni scenografiche, si scorge subito, tra un’incantevole corona di Alpi e Prealpi, il profilo di un imponente maniero e di una torre con l’orologio tanto cara alla memoria dei friulani. Si tratta del castello degli “scrittori e dei cantastorie”: qui, infatti, vissero ed espressero la propria creatività il poeta secentesco Ermes da Colloredo, il grande scrittore ottocentesco Ippolito Nievo, l’autore e viaggiatore Stanislao Nievo.
Le origini del Castello di Colloredo di Monte Albano sono trecentesche e, fin dai primi tempi, costituì un tipico esempio di castello “residenziale”, costruito per necessità difensive al centro del feudo quale stabile e sicura dimora. Famose le lotte dei signori del castello, i Colloredo, contro i patriarchi, i conti di Gorizia, i Camineri, i Savorgnan, i Torriani. Nel 1420 il complesso cadde nelle mani dei Veneziani; nel 1511 subì sia il noto saccheggio del giovedì grasso sia le distruzioni di un terremoto che sconvolse tutto il Friuli. Cessate le lotte feudali che caratterizzano tutto il corso del XVI secolo, i proprietari si dedicarono ad abbellire l’ormai vetusta dimora con le fastose eleganze del Rinascimento.
Risalgono a quest’epoca le decorazioni di Giovanni da Udine, allievo del Raffaello, per il famoso studiolo del castello: oggi sono visibili interessanti lacerti con stucchi e pitture con figure zoo-antropomorfe. Prima del terremoto del 1976, il castello era costituito da un nucleo centrale, tre torri e due ali. Una triplice cinta di mura con perimetro ellittico è ancora avvertibile.
Dal 2012 sono in corso i lavori di restauro che hanno come obiettivo la restituzione del complesso nel suo assetto edilizio precedente il terremoto del 1976, tramite interventi di conservazione e recupero delle strutture superstiti e di ricostruzione di quanto è andato perduto sulla base dei rilievi e della documentazione fotografica precedente il sisma. Lavori che come ci garantisce il primo cittadino di Colloredo, Luca Ovan, saranno a breve completati.
“Il cantiere, che riguarda il primo lotto da oltre 18 milioni di euro è a buon punto. Abbiamo proceduto con il recupero degli intonaci esterni ed interni, sono state poi consolidate e sottofondate le murature intorno al mastio che erano state erette senza fondamenta, operazione che ha richiesto uno specifico scavo. Ora si procederà con la risistemazione dei serramenti e con il recupero delle cornici in pietra. Il progetto verrà portato a termine con il secondo lotto, da 10 milioni, con il quale verranno completate tutte le opere di recupero”.
Cosa fare del castello una volta completati i lavori? L’amministrazione ha le idee ben chiare
“è indispensabile cambiare la mentalità. Abbiamo pensato ad un progetto in grado di unire l’iniziativa pubblica con quella privata. Il castello non deve assolutamente restare vuoto ma deve essere vissuto ogni giorno. Va bene il museo, vanno bene le sedi delle associazioni ma questo non basta per dare quella vitalità che serve. Per questo motivo stiamo valutando la possibiltà di dedicare degli spazi specifici per un’enoteca, una bottega nella quale trovare le unicità enogastronomiche del nostro territorio, un ristorante ed un centro benessere. Altra idea che stiamo sviluppando è quella di creare degli alloggi turistici dove si può soggiornare, non un semplice bed & breakfast ma un tornare a vivere gli usi e i costumi di un tempo. Il complesso deve essere vivo in ogni sua parte, nel pieno rispetto dei privati che vi torneranno ad abitare. Proporremo poi alla Regione di spostare all’interno del castello la sede di Turismo Fvg, un luogo che può essere il baricentrico per il Friuli dato che è facilmente accessibile anche dai turisti e a metà strada tra mare e montagna”.
è proprio il Sindaco a farci da guida, a raccontarci le bellezze di questo piccolo gioiello nel cuore del Friuli
“Appena si entra a Colloredo si resta di solito meravigliati, uno scenario così non ce lo si aspetta. Quando arrivano visitatori ho io il piacere di guidarli, di fargli da Cicerone”.
è molto difficoltoso per un piccolo comune gestire un patrimonio storico di queste dimensioni
“Per nostra fortuna ci sono tanti volontari che gestiscono direttamente questi luoghi, persone che hanno a cuore le nostre bellezze e che le curano come se fossero proprie. Ci si dà ancora una mano l’uno con l’altro. Indispensabile però è il sostegno economico della Regione e dei privati. Non possiamo da soli sostenere dei costi di manutenzione che a cantieri chiusi ammonteranno a circa 180mila euro l’anno”.
Bisogna continuare ad investire su queste bellezze che purtroppo ad oggi non sono ancora conosciute
“è mio obiettivo valorizzare questi gioielli storici della Collinare che tanta gente non conosce. Questo compito spetta però anche alla Regione, purtroppo un piccolo comune come il nostro, di 2200 anime, non ce la può fare da solo. Dobbiamo valorizzare creando un progetto di sviluppo importante. Il nostro comune, al contrario di molti altri, è attrattivo e pensare che ancora non è stato scoperto. Stiamo lavorando per far sì che nuovo persone vengano ad abitare a Colloredo, un paese che nel suo piccolo offre molti servizi ed una qualità della vita elevata”.
Oltre al castello c’è di più, diversi sono i luoghi da visitare
“Noi abbiamo tre frazioni e tre castelli. Oltra al castello di Colloredo c’è la Torre di Mels, chiamata la Torate, ed il Castello di Capriacco. Anche questi manieri ricchi di storia e testimonianze di quelle che furono le guerre nobiliari combattute in Friuli. Suggestive poi sono anche le tante chiesette sparse nelle nostre frazioni, quella di San Martino a Caporiacco, quella dei SS. Ilario e Taziano a Codugnella e quella di San Andrea a Mels. In più abbiamo anche sei lavadôrs lungo i corsi d’acqua e nelle risorgive più consistenti”.
Non solo storia e arte, Colloredo è anche un luogo di straordinarie eccellenze enogastronomiche
“Sul nostro territorio possiamo vantare diverse aziende agricole che realizzano prodotti autoctoni. Dalle aziende che lavorano la carne di maiale e di manzo, agli allevamenti di conigli. Colloredo è diventata anche la “Città della Lumaca”, la prima in regione per l’elicicoltura. Questi prodotti sono la nostra storia e li vogliamo tutelare, per questo motivo puntiamo sulle botteghe di paese e non sulla grande distribuzione.Ci sono poi dei locali che sono uno meglio dell’altro, ristoranti ed agriturismi che propongono alta qualità. Cultura, storia ed enogastronomia in questa piccola realtà devono andare a braccetto”.