La Contea di Cussignacco
La più importante e popolata frazione del Comune di Udine.
Il suo territorio confina con il Borgo Gervasutta, quello di Baldasseria, con Sant’Osvaldo e la frazione di Basaldella (Campoformido). Il borgo prende il nome latino da “Cossinius” o forse “Cusonius” (colonizzatore romano che dà il proprio nome al praedium assegnatogli) con il suffisso “acum” indicante la presenza di un preesistente insediamento celtico. Il termine Cussignacco è sempre stato utilizzato per definire l’intero ambito territoriale del paese, però nel corso del tempo sono stati creati dei nuovi toponimi per individuare al meglio alcuni nuclei abitativi, nella fattispecie i seguenti: Molini (poi Molini Paparotti e successivamente Paparotti da un vecchio soprannome che vuol dire “minestra acquosa”), Molino Caiselli, S. Ulderico, Cassinis e Casi. Nel settecento faceva Comune a sé, anzi Contea, questo fino al 1818 quando il territorio fu inglobato dagli austriaci nel capoluogo di provincia. Nella sua longeva storia Cussignacco è stato un feudo della famiglia Savorgnan del Monte (il colle di Udine) e soprattutto nel basso Medioevo dettavano legge grazie alla nomina di “signori delle acque” esercitando la loro signoria sulle rogge tra cui quella di Cussignacco dall’antica torre della Giustizia denominata “la Torate”. Quando era Comune e Contea, il municipio sorgeva nella piazza dove attualmente si trovano la canonica e la chiesa di San Martino. A riconoscimento di questa voglia di indipendenza da parte della popolazione, l’amministrazione comunale di Udine ha avallato la costruzione di un Centro Civico e ambulatorio medico, un vero e proprio municipio nato sulle fondamenta di un vecchio edificio stile Liberty. Storicamente Cussignacco veniva identificato come un “paese” ricco di tessitori, mugnai e pastai, difatti proprio la presenza della roggia forniva la forza idraulica necessaria per far girare le ruote di diversi mulini volti a produrre dapprima la farina e poi l’energia elettrica. Uno di questi mulini ha dato vita alla famosa tessitura di cotoni colorati “Luigi Spezzotti” la quale chiuse i battenti negli anni ’80 a causa della crisi del settore. All’inizio del secolo scorso i grandi produttori di pasta si trovavano proprio a Cussignacco, difatti ricordiamo il famoso pastificio dei fratelli “Enrico e Mario Menazzi”, il cui mulino, grazie all’applicazione alla sua ruota idraulica di un generatore elettrico, forniva per la prima volta l’illuminazione elettrica all’intero paese.
Un altro rinomato pastificio sito nella zona del Partidor fu quello di “Mondo Mulinaris”, il quale produceva pasta glutinosa all’uovo e gli spaghetti. Il pastificio Mulinaris risentì profondamente della crisi e dovette chiudere i battenti lasciando il posto nel 1984 al Mercato Agroalimentare all’ingrosso.
Al giorno d’oggi purtroppo nella zona non esistono più mulini, pastifici, centrali idroelettriche, segni di una civiltà oramai non più attuale, è rimasto solo qualche segno che si può scorgere lungo la roggia.
La comunità di Cussignacco sin dagli inizi del ‘900 è molto legata al “Perdòn di Sant’Antoni”, e proprio la “Patria del Friuli” del 22 agosto 1909 annunciava il primo storico “Perdòn” con l’inaugurazione della statua del “Santo Padovano”, la quale ogni anno ripercorre con i suoi fedeli le strade del borgo. In parallelo alla manifestazione religiosa è nata anche una festa, un binomio che perdura da ben oltre 100 anni. Nell’agosto del 2009 il “Perdòn di Sant’Antoni” ha spento le 100 candeline con grandi manifestazioni coordinate dal parrocco don Pierpaolo Costaperaria e dall’allora presidente del comitato festeggiamenti Massimo Turco. Don Pierpaolo Costaperaria è il settimo parroco di Cussignacco a partire dal ‘900. Il primo fu Felice Della Rovere (lo è stato per sessant’anni, dal 1850 al 1910), seguito da Stefano Somma (1910-1951) al quale è dedicata la stele accanto alla chiesa; terzo Santo Sant (1951-1978), poi nei vent’anni successivi sono seguiti Aldo Tonizzo, Giuseppe Mucig e Giorgio Fabbro. Dal 1999 ad oggi
la parrocchia è “governata” da don Pierpaolo Costaperaria. Un’altra manifestazione religiosa molto sentita dalla poplazione locale è quella di “San Martino” patrono della comunità parrocchiale di Cussignacco, festa del ringraziamento la quale si svolge alle porte dell’autunno nel mese di novembre. In questa occasione viene celebrata una messa cui segue la benedizione dei trattori e dei pupazzi di fieno situati nella piazza principale, il tutto condito da un pranzo a base di un menù stagionale: orzo, polenta, musetto, brovada, formaggio, un buon bicchiere di vino seguito da dolci a base di mele, pere e noci. Non solo religiosità e festaggiamenti luculliani caratterizzano il “vivere” di questo borgo, bisogna fare i conti anche con la goliardia e il campanilismo dei suoi abitanti. Il primo di aprile di ogni anno va in scena lungo le vie cittadine l’oramai consueto scherzo organizzato da un gruppo di buontemponi: basti pensare che durante un’edizione del “pesce d’aprile” venivano fermate le automobili all’ingresso del paese ed agli autisti si chiedeva di favorire il “passaporto della Contea”, e proprio per la buona riuscita della scherzo è stato creato a regola d’arte un documento di identificazione per attestare l’indipendenza della Contea stessa.
La Contea viene anche rappresentata da un bandiera blu, rossa e bianca, con tre stelle che stanno per Cussignacco, Sant’Ulderico e Paparotti. Il campanilismo emergeva soprattutto durante il “torneo dei borghi”, antica tradizione che l’organizzatore Andrea Piasenzotto ha voluto ripristinare dal 2010 sino al 2015.
Si fronteggiavano sul campo di calcio parrocchiale le squadre di Cussignacco Nord, Centro, Sud, Paparotti, Baldasseria e Sant’Ulderico. La bellezza di questo torneo portava la gente ad addobbare secondo “il proprio campanile” le vie delle varie borgate con fiocchi e bandierine colorate, davvero uno spettacolo cromatico per il paese. Tra le realtà sportive rilevanti ricordiamo quella dell’Aquila Friuli Cussignacco, società calcistica fondata nel 1965 da Alberto Geretti, Lucio Disnan, Zani Piasenzotto e Giampaolo Bertoni. A cavallo tra gli anni 80 a 90 divenne la seconda forza calcistica della città dopo l’Udinese, militando in Eccellenza per ben dieci anni sotto la gestione della presidenza dell’avvocato Michelutti. Sul territorio sono inoltre presenti l’associazione dei donatori di sangue AFDS (quest’anno compie 55 anni di vita) e quella degli Alpini nata nel 1983, la scuola materna “San Martino” e quella elementare “A. Zardini”. Infine non si possono non citare un paio di personaggi storici del quartiere come Silvano Piasenzotto, storico meccanico che per ben 40 anni dal 1976 al 2016 ha prestato servizio presso la sua autofficina e Renzo Moreale definito “il cantore” della zona il quale ha raccontato la storia del quartiere nel libro “Cussignacco e la sua Roggia”.
di Emiliano Foramiti
Magazine mensile Il Paîs gente della nostra terra – agosto 2018
Foto:
1 – trasporto delle campane nel 1922;
2 – vista aerea del Pastificio Mulinaris;
3 – festa di San Martino;
4 – Carta d’identità della Contea