Friulani, che risparmiatori
Risparmi, investimenti e rendite: ecco come i friulani gestiscono i propri soldi
Noi friulani da sempre siamo considerati tra i più grandi risparmiatori del Paese. Risparmiare ed investire è una nostra peculiarità che arriva da lontano. Cioè da quel mondo contadino che insieme alle banche ha costruito nei secoli questa regione. Venti miliardi di euro di risparmi che dormono nei conti correnti dei friulani. Una cifra impressionante per la nostra regione che rifletto l’andamento nazionale. È l’effetto della crisi e delle poche garanzie che il futuro offre a chi investe. Per questo la nostra regione si arrocca e si blocca, una stagnazione dalla quale non siamo ancora usciti. Dal 2007 al 2015 è scesa sia la ricchezza detenuta in azioni, sia quella legata a Bot e Btp. Su, invece, depositi bancari e postali che rappresentano ormai circa una parte importante della ricchezza, in rapida ascesa rispetto a dieci anni fa. Effetto materasso, lo chiamano gli esperti, ed è una definizione piuttosto calzante. Perché a quanto pare il problema oggi è dove mettere i soldi, anziché a tenerli a prendere la polvere nei caveau – si fa per dire, non esistono più i caveau – delle banche. E se c’è una certezza in questo caos è che tenere gran parte dei nostri soldi in luoghi apparentemente sicuri, come il conto corrente o depositi bancari, non può che nuocere alla nostra ricchezza finanziaria. “A livello nazionale abbiamo 9200 miliardi di ricchezza, 5000 in immobili, 4200 in investimenti, di cui 1500 sono in liquidità sui conti correnti. In Friuli Venezia Giulia i depositi bancari sono quasi 20 miliardi di euro, un dato notevole per la nostra realtà” ci spiega uno dei migliori consulenti finanziari d’Italia per ammontare di portafoglio gestito, l’udinese Michele Zanolla. “Le motivazioni di questa ingente liquidità sono diverse. La numero uno è sicuramente la ripresa dell’inflazione che spaventa i risparmiatori. Incide poi anche la politica commerciale dei dazi di Trump che rischia di compromettere la crescita economica globale, in Italia ha già inciso con un -0,3% sul Pil, e che può portare ad una recessione. Da non dimenticare poi l’emergenza migranti ed i rischi per l’eurozona. Se dovesse un giorno saltare l’Euro addio grossa parte dei risparmi perché i mercati crollerebbero. Per questi motivi i risparmiatori sono terrorizzati e tengono i soldi fermi sui conti correnti. La motivazione principale però è che i risparmiatori in questo momento stanno aspettando di cogliere opportunità di investimento in prospettiva. Si attende che i mercati, dopo essere cresciuti in maniera esponenziale dal 2009 ad oggi, scendano per comprare a prezzi più bassi”. La parte investita in titoli italiani è minima, l’1%. Tanto tempo fa c’erano i buoni postali, ad esempio, che negli anni ruggenti del boom aveva raggiunto rendimenti da urlo. Oggi i rendimenti dei buoni fruttiferi postali si possono vedere soltanto con l’ausilio di un microscopio. Stessa sorte per i titoli di Stato, schiacciati dalla crisi del 2011 e dal Quantitative Easing. Dimenticate l’esercito dei Bot People, insomma: i Btp nelle mani delle famiglie rappresentano infatti solo il 3% dei risparmi. Ancora meno appetibili, per le note vicende delle popolari venete – sono i bond degli istituti di credito: non è un caso che tra il 2012 e il 2016 le obbligazioni bancarie detenute dalle famiglie friulane si siano ridotte: “L’obbligazionario ad oggi non rende niente, siamo in un mondo a tassi zero, i bot a 12 mesi hanno un tasso negativo. Siccome l’azionario fa paura per queste situazioni di volabilità le persone preferiscono tenere la liquidità. Ora i friulani hanno una diversificazione del portafoglio che è tutta orientata sull’estero. Non si investe in Italia ma su fondi esteri e su vari mercati. La gente ha già capito da anni che per rischiare di meno basta non avere titoli italiani. Sui portafogli azionari tutti hanno Asia, tutti hanno borse europee con Francoforte in primis, tutti hanno la borsa americana. Ormai si può accedere a mercati esteri anche con strumenti che costano poco e sono ben gestiti”. Cosa rimane, allora? Quale sarà il futuro a far ripartire il risparmio? “L’Italia è il secondo paese dell’Europa per risparmi. Siamo da sempre un popolo di risparmiatori che sta continuando, seppure in maniera minore rispetto al passato, ad accumulare. Abbiamo un patrimonio pro capite che è il triplo di quella della Germania. Più che guardare al guadagno quindi si guarda alla sicurezza, per questo ancora ad oggi i portafogli sono Fondamentale è capire che prodotti si stanno acquistando, bisogna sempre essere consapevoli del rischio che si sta correndo. Rischiare sì ma in modo adeguato. Nessuno comunque ha la sfera di cristallo. Si tratta solo di curare i risparmi con il buon senso di un padre di famiglia. E’ questo il vero segreto”. Michele Zanolla pieni di fondi obbligazionari e titoli di stato. L’investitore italiano ha una percentuale di azionario nettamente inferiore rispetto per esempio ad un americano. I miei clienti mi chiedono quindi di rischiare zero e di battere l’inflazione, questo è il ragionamento. Anche il 30% dei ricchi oggi tiene i soldi sul conto corrente, attendendo occasioni migliori. Il mio consiglio ad oggi per chi investe è diversificare il più possibile”. Manca educazione finanziaria, la gente non sa che rapporto c’è tra rischio e rendimento. La trappola letale è poi quella del fai da te: “Chi compra e vende azioni per conto suo fa danni e perde sempre perché la finanza non è un gioco d’azzardo. In molti poi si affidano alle persone sbagliate, ai consigli degli amici. Bisogna affidarsi a persone preparate, nemmeno agli sportelli classici delle banche ma a professionisti a livello private. La ricchezza in Friuli è distribuita meglio fra i residenti rispetto per esempio a molte altre regioni, come quelle del Sud, dove la forbice tra ricchi e poveri è impressionante: “Nella nostra regione la fascia media tiene ancora. La grossa disuguaglianza a livello nazionale tra ricchi e poveri in Friuli Venezia Giulia è molto meno ampia rispetto. A livello nazionale però il 50% dei patrimoni è in mano al 10% delle persone e questo dato è replicabile anche in Friuli”. Ma chi sono i veri ricchi della nostra regione? “Il friulano ricco è un over 65 anni e non è più quello che possiede 500 mila, un milione di euro. Si parla di ricco da 5 milioni in su di patrimonio investito più gli immobili”. Cosa fa un ricco dei propri soldi? Quando uno ha tanti soldi la sua priorità è mantenere il suo patrimonio, rischiare quindi il meno possibile”. Gli over 65 non spendono mentre le nuove generazioni sperperano: “La vecchia generazione è quella che risparmia mentre quella nuova è più propensa a divorare il capitale costruito negli anni. E’ una questione di tenore di vita, le nuove generazioni spendono senza pensare alle conseguenze”.
Magazine mensile Il Paîs gente della nostra terra – Agosto 2018