Sanità: Fedriga, salute non ha colore politico, puntiamo a efficienza
“La salute pubblica non ha colore politico. Il nostro obiettivo non è mettere una bandiera sulla riforma, ma ottimizzare le risorse per riportare il Sistema sanitario regionale ai vertici in Italia per qualità dei servizi”.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha aperto così oggi a Udine, gli stati generali della sanità convocati per illustrare i nuovi modelli di governance elaborati dal tavolo dei saggi per la riforma sanitaria.
Ascolto e confronto sono state le parole chiave alla base del primo di una serie di incontri pubblici che si svolgeranno da qui alle prossime settimane sul territorio regionale.
“Crediamo che qualsiasi scelta debba passare attraverso la collaborazione tra enti locali e operatori di settore, per migliorare i servizi ai nostri cittadini e risolvere una serie di criticità del sistema sanitario regionale”, ha ribadito Fedriga, ricordando che la proposta normativa arriverà in aula entro la fine dell’anno per definire il nuovo modello gestionale e concentrarsi nel 2019 sulla programmazione sanitaria.
Ad illustrare i risultati del tavolo dei saggi è stato Giorgio Ros (già direttore centrale Salute e protezione sociale) che ha proposto quattro macro interventi per la correzione del sistema sanitario: la riorganizzazione della rete ospedaliera con una miglior definizione del rapporto tra ospedale hub e ospedale spoke; la revisione del sistema di governo, la ridefinizione della relazione tra ospedale, territorio e soggetti esterni, il rafforzamento del Distretto come caposaldo della sanità non ospedaliera e dell’integrazione socio-sanitaria.
Quanto ai modelli di governance per il vicegovernatore Riccardo Riccardi “al momento non abbiamo preferenze per uno dei due modelli individuati dal tavolo dei saggi” ma la scelta ricadrà su quello maggiormente condiviso e più efficace, emerso a seguito del confronto.
Secondo Riccardi “per migliorare il servizio vanno affrontati in particolare due temi: diminuire la burocrazia, assorbendo da aziende e direzione centrale parte dell’attività amministrativa che può essere svolta da un soggetto intermedio; l’altro tema è la ridistribuzione dei flussi delle prestazioni minori, con un miglioramento del rapporto tra ospedali e territorio”.
Resta aperto anche il nodo della perdita di attrattività del Sistema sanitario regionale, che per Riccardi può essere colmata “con investimenti sul sistema organizzativo e sulle strutture tecnologiche, che possono incidere sullo sviluppo delle professionalità mediche di alto livello”.
Riccardi è poi tornato sul rapporto tra pubblico e privato confermando di mantenere un “atteggiamento laico, che tenga conto della necessità di garantire servizi migliori ai cittadini, fermo restando il diritto ad avere una sanità pubblica”, così come ha posto un “punto fermo” sull’autonomia gestionale degli istituti di ricerca scientifica Cro di Aviano e “Burlo Garofolo” di Trieste.