Friuli Venezia Giulia Commercio: perse 1.700 ditte individuali in otto anni
Welfare aziendale per un’azienda del terziario su tre
Indagine dell’Osservatorio trimestrale del terziario promosso dall’Ente bilaterale curata da Format Research e Ires Fvg
Una impresa su tre del terziario del Friuli Venezia Giulia, il 31,4%, ha attuato forme o piani di welfare in azienda. Si è trattato il più delle volte di bonus economici e di agevolazioni per l’assistenza sanitaria, ma anche di convenzioni per acquisti e servizi vari, buoni pasto, voucher, agevolazioni per mutui e finanziamenti, assistenza sociale per familiari anziani o non autosufficienti.
Lo evidenzia l’Osservatorio trimestrale del terziario Fvg promosso dall’Ente bilaterale e curato da Format Research e dall’Ires Fvg.
Welfare aziendale
L’indagine rileva che il 62,8% delle imprese del terziario del Fvg dichiara di essere a conoscenza del concetto di “welfare aziendale”. Il dato è più accentuato nelle imprese con almeno 10 addetti e in quelle dei servizi e del commercio. La stragrande maggioranza degli imprenditori del terziario del Fvg giudica «molto o del tutto importante» il benessere di dipendenti o collaboratori ai fini di una maggiore produttività dell’impresa. Nel dettaglio, il 90% di coloro che hanno fatto ricorso a piani di welfare di un qualche genere ha riscontrato un miglioramento del clima aziendale, oltre l’87% ha rilevato una maggiore produttività da parte dei dipendenti, il 72% un miglioramento dell’immagine aziendale da parte dei propri dipendenti. Più indietro, il 47% ha evidenziato un miglioramento dell’immagine aziendale anche da parte di clienti, fornitori, consulenti esterni, e il 17% ha notato una riduzione del turnover e del tasso di assenteismo. In linea generale, tre imprenditori su quattro ritengono che i lavoratori percepiscano l’importanza dell’attenzione da parte delle imprese al tema del welfare aziendale. Il dato risulta più accentuato nelle imprese del turismo e del commercio all’ingrosso e nei territori della provincia di Udine e di Gorizia.
Andamento congiunturale
Il sentiment degli imprenditori del terziario del Fvg con riferimento all’andamento dell’occupazione in vista del terzo trimestre del 2018 fa registrare un incremento dell’indicatore congiunturale. Il consuntivo a giugno restituiva un indicatore pari a 41,0 (percentuale di imprese che hanno ravvisato un aumento del numero di occupati nella propria impresa + la metà di coloro che hanno ravvisato una invarianza del numero di occupati nella propria impresa), ma l’outlook al 30 settembre è pari a 42,0 (in aumento di +1 punto).
Analizzando le serie storiche, si evidenzia come, al primo trimestre 2015, l’indicatore congiunturale si attestasse su valori ben più deboli (31,6), a riprova del miglioramento del quadro occupazionale nel corso dell’ultimo triennio, anche secondo la percezione degli imprenditori del terziario. Tuttavia, il miglioramento non appare trasversale a livello settoriale. Nello specifico, peggiora il sentiment degli imprenditori del commercio (all’ingrosso e al dettaglio). Diversamente, migliora la percezione circa l’andamento dell’occupazione delle imprese del turismo e dei servizi. L’analisi per provincia mostra un sentiment migliore nelle imprese del terziario operative nei territori di Pordenone e Trieste (rispettivamente 51,5 e 50,0 al 30 settembre 2018) e più basso presso i territori di Udine e Gorizia (rispettivamente 41,2 e 35,5 al 30 settembre 2018). In questo scenario, tra le imprese del terziario del Fvg che hanno in programma di incrementare gli organici nel terzo trimestre 2018, quattro su cinque lo faranno puntando su tipologie contrattuali a tempo determinato (nel 54% dei casi con un contratto part time, nel 46% con un contratto full time).
L’indagine campionaria
La sezione “Sentiment delle imprese del terziario” di Format Research è basata su un’indagine quantitativa rivolta ad un campione statisticamente rappresentativo delle imprese del terziario (commercio, turismo, servizi) operative in Fvg. Sono state effettuate n. 1.536 interviste a buon fine, equidistribuite tra le quattro province della regione.
Nella parte curata dall’Ires Fvg, emerge inoltre che, in un contesto in cui nei primi sei mesi dell’anno, in Fvg gli occupati sono aumentati di 2.880 unità, la principale dinamica positiva è quella dei servizi (+7.800 occupati) e in misura minore delle costruzioni (+3.600 unità), che compensano il saldo negativo di commercio, alberghi e ristoranti (-9.700 unità). Inoltre la crescita è concentrata nell’ambito dell’occupazione dipendente, mentre quella indipendente continua a diminuire.
Sempre meno imprese individuali nel commercio
Per quanto riguarda gli imprenditori individuali, una delle principali componenti del lavoro indipendente, si può osservare un lieve calo negli ultimi anni nell’ambito del terziario regionale. Dal 2010 al 2018 si rileva una flessione dello 0,6%, ma con dinamiche decisamente differenziate nei vari comparti. Il commercio presenta la diminuzione più accentuata pari a -1.739 titolari di ditte individuali in otto anni (-11,6%); nel solo commercio al dettaglio il passivo è di -892 unità (-11%). Tale dinamica negativa risente sicuramente della lunga crisi economica e della stagnazione dei consumi, ma può anche essere messa in relazione con la crescita della Grande Distribuzione Organizzata. In contrapposizione a questo calo si possono osservare dinamiche positive in diversi altri ambiti del terziario. In particolare si registrano aumenti significativi del numero di imprenditori individuali nella ristorazione (+394, pari a +10,8%), nei servizi per edifici e paesaggio (+246, pari a +38,9%), nei servizi alla persona (+606, pari a + 22%). I servizi per edifici e paesaggio comprendono essenzialmente le attività di pulizia (sia civili che industriali), mentre tra quelli rivolti alla persona si segnalano gli andamenti particolarmente positivi degli istituti di bellezza, manicure e pedicure, centri per il benessere fisico, tatuaggi e piercing. A livello territoriale le diminuzioni più accentuate si osservano nelle province di Gorizia (-4,2%) e Trieste (-4,3%), al contrario Pordenone è l’unica che mostra un aumento (+3,1%).
Le caratteristiche dei titolari delle ditte individuali
Esaminando nel dettaglio il profilo degli imprenditori individuali nel terziario, si può notare una netta prevalenza della componente maschile (che rappresenta il 61,2% del totale); tra i principali comparti solo nei servizi alla persona le titolari donne sono in maggioranza (79%). A testimonianza di un generale processo di invecchiamento che riguarda anche gli imprenditori del settore, si rileva che il 43,9% ha un’età compresa tra 50 e 69 anni e ben il 5,6% è over 70, una percentuale analoga a quella degli under 30 (5,7%). Le attività di servizi per edifici e paesaggio sono il comparto più “giovane”, con la quota più elevata di under 30 (pari al 9,9%). Si può anche osservare la crescente importanza della componente straniera che, soprattutto in alcune attività economiche, presenta una spiccata vocazione imprenditoriale. I titolari nati all’estero sono infatti il 17% del totale, percentuale che nei servizi di pulizia supera il 25% e questo fattore ha sicuramente favorito il maggiore ricambio generazionale evidenziato in questo comparto. In provincia di Trieste si rileva la percentuale più elevata di imprenditori individuali stranieri nati all’estero (18,7%). Tra i principali Paesi di origine si trovano: la Cina (soprattutto nella ristorazione, nel commercio e nei servizi alla persona), i Paesi dell’Ex Jugoslavia (principalmente nei servizi per edifici e paesaggio) e il Marocco (in particolare nel commercio al dettaglio).
In diminuzione anche gli iscritti alla gestione speciale Inps dei commercianti
Per analizzare il lavoro autonomo nel terziario è infine possibile fare ricorso anche all’Osservatorio Inps relativo agli iscritti al fondo pensionistico dei commercianti, che comprende sia i titolari delle imprese commerciali sia i familiari coadiuvanti. L’impresa è commerciale quando vi si svolgono le seguenti attività:
commerciali e turistiche;
lavoro come ausiliare del commercio;
agente e rappresentante di commercio iscritto nell’apposito albo;
agente aereo, agente marittimo raccomandatario;
agente delle librerie delle stazioni;
mediatore iscritto negli appositi elenchi delle Camere di Commercio;
propagandista e procacciatore d’affari;
commissario di commercio;
titolare degli istituti di informazione.
Nel 2007 il numero di commercianti iscritti alla gestione speciale Inps sfiorava in Fvg le 42.000 unità; a partire dall’anno successivo si è verificata una progressiva diminuzione che ha portato il loro numero a meno di 39.000 nel 2017 (ultimo dato attualmente disponibile). La flessione nell’ultimo decennio è stata più intensa nelle province di Trieste (-12,3%) e Gorizia (-13,9%). La nostra è anche la regione italiana in cui la diminuzione è stata più accentuata (-7,8%), mentre in altre aree del Paese, soprattutto al Sud, si registrano degli incrementi. A livello nazionale la variazione è nel complesso positiva e pari a +2,2%. La diminuzione del numero di iscritti alla gestione dei commercianti ha riguardato prevalentemente la componente femminile (-11,8% contro -5% di quella maschile). La flessione è stata più accentuata tra i collaboratori familiari (-19,9%) rispetto ai titolari (-6%), ma in termini assoluti i primi sono molto meno numerosi. I dati disponibili confermano anche un marcato processo di invecchiamento: i commercianti under 40 sono complessivamente diminuiti di quasi 5.500 unità, in particolare nella fascia compresa tra 30 e 39 anni (4.700 in meno), mentre crescono sensibilmente gli over 50 (quasi 4.300 unità in più), che costituiscono ormai più del 50% del totale. Il contributo sempre più contenuto delle generazioni più giovani si può infine anche desumere dall’esame del numero annuale delle nuove iscrizioni alla gestione speciale Inps dei commercianti, che risulta in forte discesa nel tempo, essendo diminuito da oltre 2.600 unità nel 2007 a circa 1.600 nel 2016.