Salute: Fedriga-Riccardi a sindacati, avanti con il confronto
L’azione riformatrice fondata sulla
condivisione di un metodo autenticamente partecipativo e la
necessità di creare le migliori condizioni affinché le strutture
ospedaliere e territoriali collaborino al fine di offrire un
servizio di qualità al cittadino.
Questi i concetti ribaditi dal governatore del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, e dal vice overnatore con delega
alla Salute, Riccardo Riccardi, oggi a Trieste nel corso
dell’incontro con le rappresentanze sindacali regionali di Cgil,
Cisl, Uil, Ugl e Confsal.
L’analisi, come ha sottolineato Fedriga, è partita dalla
criticità del sistema i cui riflessi negativi “vengono percepiti
dai cittadini”. Da qui un percorso che porterà a breve alla
scelta di un modello di governance che consentirà, già nel 2019,
di far entrare la riforma in una prima fase di operatività,
durante la quale verranno definiti la pianificazione degli
interventi e gli aspetti organizzativi del sistema.
Da parte sua, Riccardi ha rimarcato come la Regione sul piano
sanitario in questi ultimi anni abbia perso attrattività. Da
questo la necessità di apportare delle modifiche per invertire la
tendenza negativa.
“Abbiamo spiegato – ha detto il vicegovernatore – che sono due i
fenomeni che abbiamo davanti: uno che riguarda il sistema
ospedaliero e l’altro quello territoriale. Entrambi risultano
essere disordinati e inefficienti e vanno messi in sicurezza
prima possibile. La scelta, quindi, è se metterli insieme e
separare il territorio in tre aree, oppure tenere il territorio
unito e dividere i due i problemi, affrontandoli in un percorso
che comunque deve prevedere il dialogo. Si tratta di un tipo di
decisione di stampo organizzativo che nulla ha a che fare con la
politica”.
Riccardi, registrando con soddisfazione il riconoscimento da
parte delle organizzazioni sindacali per l’applicazione di un
metodo ispirato al confronto, ha registrato una serie di
osservazioni, tra cui alcune relative al personale sanitario (età
media alta e numero di pensionamenti) e allo stress subito dalle
strutture a seguito della precedente riforma, che, come
evidenziato dagli stessi sindacati, ha lasciato alcune
applicazioni incompiute quali, ad esempio, l’avvio dei Centri di
assistenza primaria (Cap).
Il vicegovernatore infine, dopo aver illustrato l’esigenza di un
ente intermedio che liberi le aziende dalle competenze
burocratiche e amministrative dando modo alle stesse di dedicarsi
agli aspetti prettamente sanitari e assistenziali, ha posto il
tema della riperimetrazione delle aree e dei flussi, rimarcando
il danno per molti cittadini del Friuli Venezia Giulia, in
special modo anziani, “di essere costretti a percorrere decine di
chilometri quando la stessa prestazione sanitaria potrebbe essere
disponibile a una distanza significativamente più ravvicinata”.