Salute: raddoppiate borse di studio Fvg in medicina
“Una collaborazione con l’Ente nazionale di previdenza dei medici per un contributo alle borse di studio riservate agli studenti in medicina del Friuli Venezia Giulia, con, in chiave più allargata, l’auspicio di una definizione delle politiche statali per il superamento dell’imbuto formativo che rischia di penalizzare il ricambio generazionale dei medici di medicina generale”. Lo ha affermato a Grado il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, a margine dell’incontro avuto con il presidente della Fondazione Enpam, Alberto Oliveti, e le rappresentanze sindacali regionali di Snami e Fimmg nel corso del Congresso per Medici di medicina generale. È stato lo stesso Oliveti a mettere in evidenza una serie di problematiche che riguardano il settore, tra cui quella dell’uscita nei prossimi anni di un significativo numero di medici e della loro problematica sostituzione con le nuove leve. Il numero chiuso alle facoltà, l’anno previsto per l’abilitazione professionale e il richiamo occupazionale dei sistemi sanitari di altri paesi europei sono tra le principali criticità evidenziate. Lo Stato, come ha spiegato il vicegovernatore, dovrebbe accelerare le procedure per avere una disponibilità di medici più immediata. “In questo – ha detto Riccardi – come Regione investiamo la nostra competenza nelle borse di studio che nell’anno corrente raddoppieremo (da venti a quaranta) rispetto al 2017 e, in quest’ottica, un’eventuale collaborazione con la Fondazione Enpam è una prospettiva di sicuro interesse”. Nel corso del suo intervento al congresso, il vicegovernatore ha ricordato la ricostituzione del tavolo in cui si dovranno rinegoziare gli accordi con i medici di medicina generale. Poi, tracciando i temi che verranno interessati dalla prossima riforma della sanità regionale, ha evidenziato la necessità di superare le criticità dei Centri di assistenza primaria (Cap) “che, di fatto, sono rimasti in buona parte incompiuti”, di ripensare l’effettiva operatività delle aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e di valorizzare il ruolo dei medici di continuità che lavorano nelle guardie mediche. “I medici di medicina generale – ha sottolineato Riccardi – rappresentano un pilastro nel rapporto tra il sistema sanitario e il cittadino e così sarà ancora di più nel futuro, in considerazione anche della longevità della popolazione e della gestione delle cronicità. Il loro lavoro però è pressato da una serie di regole e da una burocrazia esagerata che rende più complicata l’erogazione di un servizio primario come la salute. Il nostro obiettivo, quindi, deve essere quello di aiutare gli stessi medici a trovare le migliori soluzioni per compiere quell’essenziale opera di prevenzione e di cura alle persone”. Infine tornando sul problema del turnover dei medici prossimi alla quiescenza, Riccardi, sottoscrivendo l’analisi del presidente Oliveti, ha stigmatizzato il sorgere in altri Paesi europei di facoltà di medicina “di fatto rivolte agli studenti italiani esclusi dai test”. “La risposta sbagliata a un problema reale – ha concluso Riccardi – che non si può risolvere con le lauree prese all’Università di Tirana”.