Casa Facca è simbolo integrazione sociosanitaria
Fiume Veneto, 16 ott – “Una giornata importante per la comunità locale, ma anche per l’intera Regione, perché si apre una struttura emblematica, frutto di una donazione, e che rappresenta un simbolo dell’integrazione socio-assistenziale: un modello che rientra a pieno titolo nel percorso che la Regione ha scelto per la riforma della salute in Friuli Venezia Giulia”. Con queste parole il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, è intervenuto a Fiume Veneto all’inaugurazione di Casa Facca, una struttura deputata a favorire l’inserimento nella società e l’autonomia di persone con diverse abilità. Riccardi ha ricordato che la realizzazione di Casa Facca, antica abitazione familiare ora divenuta struttura polifunzionale per la comunità e per i servizi socio-sanitari dell’Azienda sanitaria 5, nella quale sono stati realizzati anche due appartamenti dedicati a giovani adulti con disabilità, è frutto della determinazione della comunità locale e degli amministratori del territorio. Determinazione che, per il vicegovernatore, è servita a superare le notevoli difficoltà burocratiche che ne hanno rallentato la ristrutturazione e dalle quali emergono le criticità di un sistema che causa costi e ritardi nelle scelte, pur azzeccate, delle comunità locali. Riccardi si è quindi soffermato sulla grande sfida che coinvolge la Regione e l’intera comunità: recuperare alla piena funzionalità il modello di integrazione sociosanitaria che si basa sulla disponibilità del volontariato, così come evidenzia con efficacia anche il progetto di Casa Facca. Una sfida che è fatta di scelte forti, ha aggiunto, e che deve avere quale obiettivo la messa a disposizione di servizi adeguati per tutti i cittadini, senza alcuna distinzione. Un modello che, nel tempo, aveva dimostrato la sua efficacia anche nel Pordenonese e che ora va riproposto nell’intero Friuli Venezia Giulia. Casa Facca deriva da un lascito di tre sorelle che si erano distinte a Fiume Veneto per l’impegno sociale. Gli eredi, oggi rappresentati da una delle nipoti, avevano donato l’immobile al Comune che, a sua volta, l’ha messo a disposizione dell’Azienda sanitaria. La Regione è quindi intervenuta con un contributo di 850mila euro, mentre i Comuni dell’area circostante, ai quali saranno rivolti i servizi di Casa Facca, contribuiscono alla gestione della struttura.