Salute: serve un luogo istituzionale per dare voce al volontariato
Udine, 20 ott – “Serve un luogo istituzionale per dare voce al volontariato all’interno del Sistema sanitario regionale”. Lo ha affermato il vicegovernatore, con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, intervenendo oggi a Udine al convegno della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) che, nel mese della prevenzione oncologica, si è dedicato al tema dei tumori tra realtà e falsi miti. “Il Friuli Venezia Giulia è una regione ad alta densità di volontariato; per questo credo che nel modello di ridefinizione gestionale della sanità possa esserci un luogo in cui il volontariato trovi istituzionalmente la propria voce”, ha evidenziato Riccardi, riconoscendo “valore alla straordinaria capacità dell’attività svolta dalle associazioni di incidere sulla qualità del sistema e sul monitoraggio”. Parlando di prevenzione, Riccardi l’ha definita “un fattore culturale” messo in discussione oggi dai falsi miti e dalle fake news, temi che vanno affrontati, secondo il vicegovernatore, “costruendo una società civile che non si affidi alla sanità fai da te, ma alla comunità scientifica, l’unica in grado di indicarci quali sono le condizioni migliori per curarci e su chi riporre la nostra fiducia”. Quanto all’interazione tra pubblico, privato e volontariato in sanità, Riccardi ha rimarcato ancora una volta che “il ruolo pubblico è insostituibile, ma garantire a tutti la salute è un diritto che può essere realizzato in tante articolazioni: un medico è un medico sempre, sia nel pubblico, che nel privato, che nel sistema del volontariato”. Il convegno è stata l’occasione per fare il punto sulla prevenzione del tumore al seno che in Italia conta 53 mila casi all’anno; in Friuli Venezia Giulia nel 2017 ne sono stati registrati 1350. Il dato che rileva maggiormente ai fini della prevenzione è l’abbassamento dell’età di incidenza della malattia con un aumento del 15% nelle donne tra i 35 e i 50 anni, nell’ultimo quinquennio. Da qui la richiesta della Lilt Udine, per voce del suo presidente Giorgio Arpino, di abbassare l’età di accesso allo screening mammografico gratuito, considerato che il tumore alla mammella è la prima causa di morte nelle donne in tutte le fasce di età: i decessi sono del 29% sotto i 49 anni, del 21% tra i 50 e i 69 anni, del 14% oltre i 70 anni. La sopravvivenza al cancro, grazie alla diagnosi precoce, ha comunque raggiunto in tutta Italia l’85% delle malate. L’obiettivo che Lilt regionale si pone è quello di innalzare e riequilibrare la percentuale di adesione allo screening mammografico in regione, dove sussistono ancora differenze marcate tra comune e comune: a Udine la percentuale di accesso allo screening da parte delle donne che ne hanno diritto è del 63,8%, a Trieste del 66,14%, mentre Gorizia e Pordenone sono di poco al disopra della media regionale del 70,04%. Una volta di più è stata sottolineata, dunque, l’efficacia dell’informazione così come dell’educazione, considerato che nel 2010 quasi la metà dei tumori al seno (48%) è stata scoperta grazie all’autopalpazione.