Friulfruct, la più grande cooperativa di melicoltori del FVG registra il +49% di fatturato ed è pronta a nuovi investimenti
FRIULFRUCT CHIUDE UN ANNO POSITIVO
Lotta alla cimice: il punto insieme all’assessore regionale Zannier nell’assemblea dei soci che ha approvato all’unanimità il bilancio
Fatturato oltre i 10 milioni di euro (in crescita del +49%) e una costante attenzione al ritorno economico per la propria base associativa, insieme a uno sguardo rivolto al futuro con nuovi investimenti che, nei prossimi anni, daranno lavoro a 60 persone: questa in sintesi la “fotografia” della Friulfruct, la più grande cooperativa di melicoltori del Friuli Venezia Giulia i cui soci, riunitisi in assemblea nella sede di Spilimbergo, hanno approvato all’unanimità il bilancio 2018. Nella riunione, che ha visto le relazioni del presidente Livio Salvador, del direttore Armando Paoli e del revisore dei conti Tosolini, è intervenuto anche l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier, il quale ha confermato la vicinanza della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia al comparto (proprio in questi giorni stanno tra l’altro arrivando agli agricoltori i primi contributi legati al Piano di sviluppo rurale).
“Un bilancio positivo e sano – ha commentato Salvador – che aggiunge un ulteriore tassello nel cammino di consolidamento della cooperativa. Siamo reduci da un’annata eccezionale che ci conforta nelle scelte intraprese: la strada è quella giusta e sempre più dobbiamo continuare a investire nella qualità del nostro prodotto, prima caratteristica che il mercato, davvero globale, chiede ormai a tutte le mele. Per questo abbiamo già investito 550 mila euro per il rinnovo delle nostre varietà nei meleti dei soci e altri saranno investiti con il Piano di sviluppo rurale”.
Dati alla mano, come detto, a luglio 2018 (come noto i bilanci delle cooperative agricole vanno da metà anno solare a quello successivo, ndr), il fatturato di Friulfruct è stato di 10 milioni 139 mila euro, quasi il 50% in più dell’anno precedente. Fondi che innanzitutto sono stati “investiti” nella remunerazione della trentina di soci, retribuiti per i loro conferimenti di frutta con un livello di mutualità attestato al +84,36% e prezzi al kg davvero interessanti. Da qui l’utile di 8 mila 722 euro (in crescita del +28%) che può sembrare ai non addetti ai lavori poca cosa ma spiegabile con il fatto che Friulfruct reinveste su soci, meleti e impianti produttivi gli utili. E nuovi investimenti sono all’orizzonte.
“Nel 2019 – ha aggiunto Paoli – andremo a completare il piano triennale di messa a dimora di 100 ettari in più, i quali secondo le previsioni ci permetteranno una resa di 700 quintali di mele a ettaro raggiungendo così entro il 2021 una produzione di oltre 190 mila quintali totali, numeri al netto di eventuali nuove adesioni di soci. Il tutto valorizzando varietà che il mercato premia, a partire dalla Gala per la quale il territorio friulano è particolarmente vocato e che grazie ai nuovi meleti diventerà la varietà maggioritaria in Friulfruct. In questo ultimo anno abbiamo venduto tutta la nostra produzione, potendo così rispondere alle richieste dei clienti che nel resto d’Europa non hanno trovato merce causa le gelate della primavera 2017 che invece da noi non si sono fatte sentire. Ora, a fronte di questo aumento della produzione, puntiamo a investire nella nostra sede produttiva, già con un primo impegno di 4,5 milioni di euro per nuove celle di conservazione ad atmosfera controllata. Investimenti che faranno richiedere nuove assunzioni, che stimiamo, tra la sede centrale e nelle aziende agricole dei soci, in circa 60 unità con una interessante ricaduta occupazionale per il territorio”.
Numeri che, come sempre in agricoltura, devono però fare i conti con quello che il “cielo manda”. Se per gli eventi atmosferici la zona friulana può contare su un buon approvvigionamento idrico contro la siccità e sul fronte grandine oltre il 97% dei meleti Friulfruct è dotato di reti protettive, il grande interrogativo rimane sull’incidenza negli anni futuri dei danni provocati dalla cimice asiatica. “Quest’anno – ha commentato Salvador – da noi il danno è stato ancora contenuto rispetto ad altre realtà, ma ha significato comunque un 15 mila quintali perduti sui 134 mila prodotti. Si sta studiando la lotta con un insetto antagonista già presente in Italia, mentre per altri esperti sono più efficaci le coperture con reti delle piante e altri ancora insistono su trattamenti specifici anti cimice: per noi di Friulfruct tutte le azioni vanno portare avanti in contemporanea e da parte di tutti, ma soprattutto in tempi celeri per bloccare la diffusione di questo dannoso insetto a zone del territorio regionale ancora non toccate in maniera massiccia, come le nostre aree prevalentemente pedemontane”.
In tal senso l’assessore regionale Zannier, nel lodare la cooperativa per i risultati raggiunti e per gli investimenti futuri che la Regione seguirà con attenzione, ha annunciato che alcuni agricoltori della zona montana della Carnia vorrebbero unirsi alla cooperativa, riportando la coltivazione della mela in quota come un tempo: un interesse che ha trovato i vertici Friulfruct lieti di avere con essi un incontro nel prossimo futuro.