XXII FVG INTERNATIONAL MUSIC MEETING due concerti nel fine settimana con Fassetta e musicisti dei Berliner Philharmoniker
Due i concerti nel fine settimana per il XXII FVG International Music Meeting dell’ensemble Serenissima, realizzati col sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia e Fondazione Friuli, Comune di Sacile e Comune di Polcenigo.
Venerdì 30 novembre alle 20.45 al Teatro Don Bosco di Pordenone Erica Fassetta al violino e Giannino Fassetta alla fisarmonica rivisiteranno un percorso musicale dal Barocco ai giorni nostri alla ricerca di nuove sonorità e suggestive combinazioni timbriche, creando un’interazione artistica di grande coinvolgimento. Il programma propone musiche di Vivaldi, Bach, Brahms, Morricone e Piazzolla.
Domenica 2 dicembre alle 18.00 a Palazzo Ragazzoni a Sacile a eseguire l’Ottetto in fa maggiore per fiati e archi, di Schubert, uno dei capolavori della musica da camera di tutti i tempi, saranno il violinista Christophe Horak, spalla dei Berliner Philharmoniker, Francesca Zappa, viola della Nimrod Ensemble Berlin, e Ulrike Hofmann, primo cello dell’Orchestra della Radio di Stoccarda, assieme ai giovani del progetto “Crescere in musica”: Louise Antonello, violino secondo, Mattia Marangon al corno, Tommaso Tonello al clarinetto, Eva Cipriani al fagotto e Miche Schiavone al contrabbasso.
L’Ottetto, uno dei capolavori della musica da camera di tutti i tempi, fu scritto nel 1824 per esaudire la richiesta di svago e divertimento musicale del conte austriaco musicale Ferdinand Troyer, intendente dell’arciduca Rodolfo (l’arciduca magnate di Beethoven) clarinettista dilettante, volendo affiancare al settimino di Beethoven un altro pezzo in cui il clarinetto fosse in evidenza. Il compositore austriaco si presenta subito: il perno melodico e di ambientazione sonora dell’intera pagina sta tutto nel movimento iniziale, nell’incredibile passaggio di atmosfera e di temperamento che si ha dall’Adagio all’Allegro, uno di quei “capovolgimenti di fronte” che restano nella storia della musica, e in cui la fantasia melodica di Schubert scava un segno profondo. Il primo tempo inizia con un Adagio immerso in un’atmosfera di mistero, ma il cambio di passo è repentino e da brividi: l’idea melodica dell’Allegro che s’impone all’attenzione è uno di quegli sprazzi di freschezza che solo Schubert regala così all’improvviso. Di grande effetto anche il secondo movimento dell’Ottetto che offre la scena al clarinetto. Un altro momento di musica soave, elegante nel portamento, si ha con il quinto movimento, un omaggio ai ritmi e alle sfumature della mondanità austriaca, e come è stato scritto «allo spirito della Vienna Biedermeier, con la musica delle sue strade, dei suoi Caffehäuser, dei suoi teatri, del suo Prater, delle sue sale da ballo». Anche qui protagonista è il dialogo tra i caratteri contrapposti del violino e del clarinetto. Ma tra movimenti di danza e ombreggiature di malinconia, si apre uno squarcio improvviso, un altro dei colpi di scena schubertiani, a suggello di tanta ricchezza di spunti melodici. Appare una scrittura ricca di malinconia e di una musicalità seducente, spesso segnata dal timbro pastoso del clarinetto, senza tenere in ombra gli archi, ma regalando ai fiati (anche al corno e al fagotto) passaggi di grande tenerezza intimistica e melodica.