Nautica: in Fvg è settore turistico sempre più attrattivo
“La nautica è un settore con un futuro fortemente attrattivo per il turismo del Friuli Venezia Giulia e il progetto Interreg iBlue può dare un contributo importante allo sviluppo sostenibile del comparto”. È questa la visione che l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha portato al convegno “Progetto iBlue, approcci evolutivi per le Pmi della nautica da diporto” svoltosi a Palazzo Antonini su iniziativa dell’Ateneo udinese, partner del Programma Interreg Med con il proprio dipartimento di Ingegneria e architettura e con il dipartimento di scienze economiche e statistiche. Bini ha ricordato come “il buon rapporto tra numero di posti barca e lunghezza delle coste di cui gode la nostra regione è il presupposto per sviluppare una serie di servizi attorno a un circuito virtuoso tra ricadute sociali, ambientali ed economiche”. Strategico, in questa visione, il ruolo del porto di Trieste “valore aggiunto per dimensioni, attrattività commerciale e visibilità mondiale”, a cui Bini aggiunge le potenzialità di un “maggiore utilizzo della viabilità lagunare e fluviale in chiave turistica”. Al convegno ha preso parte anche l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, intervenuto sul ruolo dell’ente pubblico nel supporto allo sviluppo di un’economia sostenibile della nautica da diporto. “In questo settore siamo impegnati soprattutto nella semplificazione delle procedure per attrarre investimenti privati” ha affermato Pizzimenti che, riferendosi alle criticità legate ai dragaggi dei canali navigabili, ha confermato che “la Regione è impegnata a cercare soluzioni durature nel tempo; abbiamo in mente un piano di gestione della navigabilità nella Laguna di Grado e Marano di durata pluriennale, così da tagliare i tempi delle procedure autorizzative per fare commercio e nautica nei nostri porti e marine”. Il progetto iBlue si pone l’obiettivo di migliorare la competitività del settore della nautica da diporto nell’area mediterranea assicurando sostenibilità ambientale, economica e sociale. Coordinato dall’Università di Udine, il programma opera attraverso un consorzio di 9 partner europei, tra cui agenzie di sviluppo, istituzioni pubbliche e università, provenienti da Albania, Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Slovenia e Spagna. Con l’evento odierno si è aperta la fase pilota con le aziende del territorio (54 Pmi) per la sperimentazione di nuovi modelli di business basati sull’innovazione sostenibile; ne è un esempio, tra le diverse esperienze imprenditoriali messe a confronto, remyapp.it, una piattaforma online che offre servizi dedicati al noleggio occasionale delle imbarcazioni tra privati, sulla scia del successo di altre esperienze di sharing economy nei settori della ricettività turistica, della mobilità metropolitana sostenibile o della ristorazione domestica.