Crisi del latte, non è solo questione di prezzo
Allevatori al tavolo del comparto lattiero caseario. L’assessore Zannier: “La nuova strategia dovrà adottare anche azioni non convenzionali”. I prossimi passi
IN FVG TANTE PICCOLE STALLE, MA 116 AZIENDE HANNO PIÙ DI 500 CAPI A TESTA
Il percorso di messa in sicurezza e di rilancio del comparto lattiero caseario ha appena toccato una tappa importante. Al tavolo voluto dall’assessore regionale Stefano Zannier per individuare una nuova strategia per il settore e organizzato dall’agenzia di Cluster Agrifood Fvg si sono infatti seduti gli allevatori, uno degli anelli più deboli della filiera.
Attualmente – il dato è aggiornato a fine agosto di quest’anno – in Friuli-Venezia Giulia sono attive 1.071 aziende zootecniche da latte che allevano 82.687 capi, quindi con una media di 77 bovine per azienda. Un dato inedito, però, riguarda due gruppi di aziende tra loro praticamente agli antipodi: quelle con meno di 15 capi sono 360, ma quelle con più 500 capi a testa sono ben 116. E ovviamente le esigenze e le opportunità sono tra loro diverse che un nuovo piano strategico dovrà tenere conto.
“Nel settore lattiero-caseario il valore del prodotto finale non sempre è ben distribuito lungo tutta la filiera – ha commentato Zannier – e molto spesso l’anello più debole è quello più a monte. Però ci sono diversi esempi positivi a cui possiamo ispirarci. E ancora più ci sono delle aree geografiche della nostra regione con potenzialità ancora inespresse. Per questo stiamo ascoltando la base per poi elaborare una strategia che sia pronta ad adottare azioni anche non convenzionali ovvero che vanno al di là del sostegno pubblico”.
Nella fase di ascolto sono emersi vecchi e nuovi problemi da parte degli allevatori zootecnici. A partire dalla forbice tra prezzi di vendita del latte e costi di produzione che penalizzano le aziende friulana nel confronto non soltanto con le importazioni dall’estero, ma anche rispetto ad altre regioni del Nord Italia. E oltre a rendere precari i propri bilanci, impediscono un corretto percorso per gli investimenti. In cima alla lista dei problemi, però, è stata segnalata con forza anche la variabilità di interpretazione fatta dai vari organi ispettivi in materia veterinaria, sia in termini di benessere animale sia per la gestione del latte alla produzione. Non ultima questione messa sul tavolo, poi, la necessità di maggiore formazione e di assistenza tecnica.
I tecnici del Cluster Agrifood Fvg hanno illustrato anche diversi spunti emersi nella fase delle interviste alla base, messe successivamente a confronto anche con le risposte date dagli studenti degli istituti agrari della regione. Un esempio lampante: c’è il problema che il costo di alimentazione delle bovine è predominante tra i costi di produzione. Ebbene il 92% dei giovani agricoltori pensa che il latte ottenuto con fieno e pascolo possa dare prodotti qualitativamente diversi. “Può essere già questo un tassello della soluzione?” Questa è stata una delle provocazioni del percorso “non convenzionale” che è stato intrapreso nell’interesse di tutti.
E proprio sui giovani si concentra il prossimo incontro del tavolo, mercoledì 5 dicembre, assieme ai poli formativi della regione. Giovedì 6 è la volta degli operatori di Università e ricerca, venerdì 7 dei caseifici, stagionatori e produttori di frico.