Il Premio Paesaggio a Borgo Saletti e al suo gelso
Un premio assegnato a una piccola comunità che conserva e protegge gelosamente un albero secolare nel “cortile” di casa. Il Premio Paesaggio 2018, promosso dall’Ecomuseo delle Acque e giunto alla sua decima edizione, è stato vinto da Borgo Saletti, un piccolo insediamento rurale tra Buja e Osoppo, e il gelso centenario che ancora oggi fa bella mostra in una delle due corti comunicanti che caratterizzano l’impianto del borgo. Gli anni che porta dentro l’hanno letteralmente piegato, eppure il gelso resiste indomito al trascorrere del tempo anche grazie alle cure che gli abitanti gli riservano. Il premio, un’opera della ceramista Marisa Plos, è stato consegnato nelle mani di Lido Sangoi, “dirimpettaio” dell’albero, in occasione della cerimonia di consegna degli attestati ai volontari che hanno partecipato nel 2018 alla scuola sui muri in pietra a secco realizzata ad Artegna e Montenars.
Il Premio Paesaggio, istituito nel 2008, si propone di individuare e valorizzare buone pratiche che favoriscono la cura e il ripristino di luoghi e paesaggi del Gemonese, nel territorio dei comuni che fanno parte dell’Ecomuseo, ovvero Artegna, Buja, Gemona del Friuli, Majano, Montenars e Osoppo. Si tratta di azioni e opere finalizzate al mantenimento della biodiversità e alla conservazione attiva del paesaggio rurale, dalla gestione sostenibile di prati e coltivi al ripristino dei manufatti in pietra, dal governo dei boschi alla manutenzione delle fasce ripariali, ma anche al sostegno di attività artigianali che fanno uso di materiali naturali per la produzione di oggetti pregevoli e utili. Nelle precedenti edizioni il premio è stato assegnato ad agricoltori biologici, cestai, proprietari di terrazzamenti, conduttori di roccoli.
Borgo Saletti, un tempo isolato nella pianura e ora a ridosso della zona industriale di Rivoli, si sviluppa su due corti quadrangolari il cui collegamento è garantito da un sottoportico passante posto al centro dell’edificio padronale che fu la dimora dei conti Elti. Questi nel Seicento divennero proprietari dei terreni su cui successivamente fu costruito il complesso. È uno dei più antichi insediamenti di Buja, compatto e chiuso su ogni lato dalle abitazioni accessibili solo dalle corti. Gli interventi di restauro successivi al 1976 hanno mantenuto gli elementi architettonici distintivi come le scale in pietra, i ballatoi e i poggioli in legno; alla casa padronale eretta su tre piani, da cui si poteva controllare l’intero borgo, si accompagnano le vecchie abitazioni un tempo occupate degli affittuari che coltivavano i campi.