Maltempo: sinergie per recuperare legno abbattuto
“Nella fase post-maltempo il fattore vincente per trasformare l’abbattimento boschivo in un’opportunità è l’aggregazione tra i diversi attori del settore per essere più efficaci e celeri nell’esecuzione degli interventi necessari al recupero del materiale legnoso e alla ricostituzione del patrimonio boschivo danneggiato”. È questa la visione che l’assessore regionale a Risorse forestali e Montagna, Stefano Zannier, ha portato al convegno “Gli schianti boschivi: problema o opportunità?” tenutosi ad Amaro ed organizzato da InnovaFVG, Filiera Legno Fvg e Regione. L’evento è stato l’occasione per fare il punto sui 723mila metri cubi di foreste abbattute in 3400 ettari di bosco interessati dalla tempesta Vaia che, a fine ottobre, ha colpito oltre 20 comuni della Carnia. Gli schianti da vento sono tra i più temuti nel settore forestale, ma sono anche altre le cause dei danni provocati alle foreste europee: si stima, infatti, che sui circa 38 milioni di metri cubi danneggiati annualmente (pari al 12% della provvigione legnosa europea), il vento sia il responsabile del 51% dei danni registrati, gli incendi del 16% ed il bostrico (coleottero che colpisce in particolare gli abeti rossi) del 17%. A parlarne sono stati chiamati i professori Giorgio Alberti dell’Università di Udine e Davide Pettenella dell’Ateneo di Padova. Alberti ha ricordato che eventi simili alla tempesta Vaia non sono così rari su scala europea e pertanto ha delineato quelle che potrebbero essere alcune strategie per la ricostituzione del patrimonio boschivo nel medio-lungo periodo alla luce anche della prassi estera. In particolare, sono state attivate strategie di commercializzazione basate sullo stoccaggio del materiale abbattuto e sull’individuazione di nuove linee di mercato. In altri casi, può essere necessario limitare gli effetti negativi sul mercato con accordi collettivi di vendita, esbosco e trasporto, con operazioni di fund raising o con la limitazione dell’importazione di legname. Pettenella ha invece focalizzato l’attenzione sull’impatto economico di eventi climatici estremi, evidenziando la necessità di sviluppare un sistema di monitoraggio e di pronto intervento a scala nazionale per far fronte ad eventi, come la tempesta Vaia, che avranno sempre maggiore frequenza in futuro.