50 anni della Cantina Produttori Cormòns
“La Società si propone, senza finalità speculative, gli scopi seguenti: a) la lavorazione in comune delle uve prodotte nelle Aziende agricole dei soci, per farne vini sani, genuini, serbevoli ed a tipo costante (…); b) la utilizzazione e la vendita in comune del vino prodotto e dei sottoprodotti della vinificazione; c) la ripartizione tra i soci del ricavato delle vendite di cui sopra, dedotte spese ed oneri, quale corrispettivo delle uve conferite (…)”. Questo è l’incipit dello Statuto della “Cantina sociale del Collio e dell’Isonzo Soc. Coop. a r. l.” con sede in Cormòns, costituita il 29 dicembre 1968. Una Società “retta con i principi e con le discipline della previdenza e della mutualità”. Mezzo secolo di vita celebrato proprio il 29 dicembre scorso con la nuova riserva “Cosmos” n. 50 doc Friuli Isonzo: un Cabernet Sauvignon 2015. “Un vino complesso, armonico e longevo che vuole essere il custode della nostra storia proiettata verso il futuro”, recita l’etichetta. Una storia nata formalmente con atto del notaio Albano Delfabro, grazie alla spinta dell’Ersa e alla volontà di 41 agricoltori, una possidente e un pensionato, riunitisi nella sala del consiglio comunale di Cormòns, che costituirono la “Cantina sociale del Collio e dell’Isonzo”. Il capitale sociale iniziale fu di 21.500 lire. L’Ersa, istituita l’anno prima, nominò il suo funzionario Giorgio Gionchetti quale presidente del Collegio sindacale, che era formato anche da Silvino Poletto, sindacalista e consigliere provinciale del Pci, e da Luciano Stecchina, in quel momento sindacoin carica di Cormòns espressione della Dc. A ricordare questo avvenimento nella sala consigliare al primo piano della Cantina, sabato 29 dicembre c’erano più di 200 persone, fra famiglie di soci, collaboratori, dipendenti e autorità, con in testa il presidente Filippo Bregant. Accanto a lui, il vice Andrea Tofful e gli altri componenti del Cda, l’assessore all’agricoltura della cittadina collinare Mauro Drius, il comandante della stazione dei Carabinieri luogotenente Paolo Capparelli, il presidente dell’Anffas Mario Brancati e l’artista gradiscano Renzo Pagotto, che ha realizzato l’ultima etichetta del Vino della Solidarietà, e tanti altri ospiti. Fra tutti spiccava Livio Spessot, uno dei due fondatori ancora in vita! Sì, perché nel lontano 1968, fra i 43 fautori della nascita della società cooperativa a responsabilità limitata, c’era anche un agricoltore classe 1896, uno del 1889 ed un terzo nato addirittura nel 1887. Alla festa, di molti dei fondatori, c’erano i loro figli o i nipoti. Un anno, il “Sessantotto”, passato alla storia per le contestazioni e le barricate, ma che aveva visto proprio a maggio l’approvazione del disciplinare della Denominazione Collio, questa sì una vera “rivoluzione”! Quando anche il disciplinare della doc Isonzo sarà approvato, nel 1974, il nome della “Cantina sociale del Collio e dell’Isonzo” diverrà quello attuale – Cantina Produttori Cormòns -, nel rispetto delle norme di tutela delle denominazioni di origine. Ma la sostanza non cambierà, perché la gran parte dei soci e dei loro 400 ettari produce vini Isonzo e Collio, solo piccole produzioni sono quelle dei Colli Orientali e di Aquileia. Quest’ultima distingue un vino di nicchia: il Refosco dal peduncolo rosso di Villa Chiozza. Al primo presidente, Ezio Dalla Pozza, sono seguiti Aldo Moretti, Adriano Drius e Stefano Gregorat. Allietati dalla musica e nutriti dalle portate di piatti contadini, di formaggi del socio Adriano Bon e di salumi del socio Veliscek, alcuni degli ospiti sono stati premiati. A Pietro Gon detto “Pierino” il Premio Vino della Pace, ad Alex Feri l’Acino d’oro per la qualità delle sue uve, mentre al socio fondatore Spessot una riproduzione su pergamena dell’atto notarile. L’enologo Luca Belluzzo ha, infine, illustrato le caratteristiche del vino imbottigliato per questa occasione (già in vendita) che rappresenta il lavoro di 100 famiglie di soci e di 40 famiglie di dipendenti. Invitando a berlo fra 10 o 15 anni, quando esprimerà il massimo della qualità. Il taglio della grande torta ha concluso la giornata di festa, per celebrare la quale l’osteria Il Cantiniere è rimasta chiusa, così anche il personale ha potuto brindare con gli spumanti premiati recentemente da guide italiane e internazionali.