Mostre, il nuovo anno inizia al meglio
Il nuovo anno è cominciato al meglio, con un variegato programma di mostre d’arte che coinvolge vari capoluoghi di Regione:
si parte da Trieste, dove, fino al 17 marzo 2019, il Civico Museo Revoltella ospiterà l’esposizione “Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità”, promossa e realizzata dal Comune in occasione del 150° dalla nascita del triestino Leopoldo Metlicovitz, uno degli esponenti più prestigiosi del cartellonismo italiano. La sua arte, infatti, spazia dalla realizzazione degli “avvisi figurati”, ovvero quelle prime reclame pubblicitarie che si ispiravano alle correnti più moderniste dell’arte, fino alla cromolitografia, in seguito ad un apprendistato come litografo ad Udine. Sono figure espressive, colorate ma a volte anche melanconiche, quelle usate dall’artista triestino per i suoi manifesti, dedicati sia a prodotti commerciali e industriali, sia a grandi eventi, tra cui l’Esposizione internazionale di Milano del 1906, oppure le grandi opere liriche come il conturbante busto femminile della Turandot di Puccini. Un’occasione per conoscere un pioniere dell’arte della pubblicità, in grado di evocare, grazie alla potenza espressiva dell’arte, il desiderio sprigionato da una realtà materiale che faceva sentire sempre più suadentemente la propria voce.
A Gorizia, invece, presso il Museo della Moda e delle Arti Applicate, in Borgo Castello, l’ERPAC propone una mostra inusuale, interamente dedicata al kimono, dal titolo “Occidentalismo. Modernità e arte occidentale nei kimono della Collezione Manavello. 1900 – 1950”, aperta al pubblico fino al 17 marzo 2019. Qui si intrecciano fili che riguardano sì l’arte in senso stretto, ma che coinvolgono anche considerazioni di carattere storico – antropologico, in relazione alla diffusione del gusto occidentale nelle antichissime tradizioni giapponesi, in linea con la volontà imperiale di occidentalizzare il Paese. I 40 kimono in esposizione, infatti, mettono in luce l’esplosione dello stile occidentale nel Giappone del primo Novecento: così, accanto ai motivi decorativi più tradizionali, compaiono anche trame colorate che si ispirano al Futurismo, al Cubismo e ad altre correnti artistiche europee.
A Udine, le sale del Museo Etnografico di Udine ripercorrono invece la storia della città friulana durante la Prima Guerra Mondiale con una rassegna espositiva, formata da fotografie, documenti, dipinti, apparati testuali e multimediali, realizzata in occasione del Centenario della fine del Primo conflitto mondiale. L’esposizione “Una città dentro la guerra. Udine 1914 – 1918”, visitabile fino al 28 febbraio 2019, vuole soprattutto mostrare le vicende quotidiane vissute dagli abitanti durante gli anni difficili della guerra: i bombardamenti e gli incendi, la ricerca di una normalità anche in una situazione di totale stravolgimento, la condizione delle donne, degli orfani, la situazione delle scuole, sono tutti aspetti che spesso passano in secondo piano, ma che invece sono centrali per una comprensione profonda di ciò che rappresentò il conflitto mondiale per coloro che abitarono una città ribattezzata la “Capitale della guerra”. Questa mostra si inserisce peraltro all’interno di una più ampia rassegna, “Udine_Friuli 1918 – 2018, il ricordo della Grande Guerra”, che offre un sostanzioso calendario di incontri. Queste sono soltanto alcune proposte delle varie esposizioni presenti in Regione: così, anche il 2019 si apre all’insegna della scoperta e della cultura, e tra arte, storia e moda ce n’è veramente per tutti i gusti!
Scritto da Sara Venchiarutti
Dall’edizione cartacea de IL PAîS gente della nostra terra gennaio 2019