Caso Sea-Watch e mobilitazione dei medici, l’Ordine: “I riferimenti sono quelli del nostro Codice Deontologico!”
Questi valori non possono essere oggetto di critiche, minacce o strumentalizzazioni
Il comportamento del medico deve essere sempre aderente al precetto deontologico sia nell’esercizio professionale che nella vita privata (art. 1) ed inoltre caratterizzato da indipendenza, autonomia e responsabilità decisionali (art.4): questi i richiami da parte dell’Ordine dei Medici di Udine in merito al documento stilato da alcuni medici relativo alle condizioni igienico-sanitarie nelle quali sono venuti a trovarsi alcune persone migranti.
Il medico ha il dovere – ribadisce il Presidente Maurizio Rocco – di osservare questi valori, pertanto non possono essere in alcun modo oggetto di critica, minaccia o strumentalizzazione politica. Dovere del medico è anche quello di applicare questi principi in ogni circostanza in cui siano in gioco temi cruciali quali la libertà personale e la tutela della salute individuale e pubblica.
L’OMCeO di Udine ritiene pertanto che “tutti i medici debbano aderire, nello svolgimento del loro compito specifico riguardante la salute individuale delle persone, alle norme del Codice di deontologia medica che, come noto, possono anche talora sembrare in contrasto con disposizioni di legge vigenti ma che hanno effetti in campi distinti e di contenuti valoriali differenti”.
Non si tratta quindi di posizioni politiche o ideologiche bensì di un richiamo a principi deontologici che nella fattispecie sono stati resi pubblicamente noti ma che in ogni caso e circostanza vengono osservati dal medico nell’esercizio della sua funzione indipendentemente da qualsivoglia credo politico.
Tutela della vita e sollievo dal dolore: l’articolo 3 del Codice stabilisce chiaramente ed univocamente che i doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore ed il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. Da ciò ne deriva che il medico ha il dovere morale e deontologico di curare chiunque gli si presenti di fronte come pure di adoperarsi perché tutti possano usufruire della sua opera professionale.
L’Ordine ricorda anche l’articolo 32: il medico tutela il minore, la vittima di qualsiasi abuso o violenza e la persona in condizioni di vulnerabilità o fragilità psico-fisica, sociale o civile in particolare quando ritiene che l’ambiente in cui vive non sia idoneo a proteggere la sua salute, la dignità e la qualità umana.