Truffa dei diamanti, Federpreziosi Confcommercio Udine, «L’avevamo detto»
«L’avevamo detto». È una frase sempre spiacevole da dire e sgradevole da ascoltare, osserva Cristina Antonutti, capogruppo Dettaglianti gioiellerie di Confcommercio Udine, ma, come informa Federpreziosi, è stato necessario il pesante intervento da parte della Guardia di Finanza di Milano su mandato della Procura per dare finalmente il via a seri interventi nei confronti degli operatori e delle aziende coinvolti nella truffa dei diamanti cosiddetti da investimento. Il riferimento è ai sequestri preventivo per oltre 700 milioni di euro a carico delle persone giuridiche ritenute responsabili della presunta maxitruffa sulla vendita di diamanti e degli istituti di credito che ne avevano favorito l’operatività.
«Anche noi gioiellieri friulani avevamo fatto a suo tempo denuncia – ricorda Antonutti – nel contesto di una Federpreziosi da sempre attenta alla problematica, come ha evidenziato in particolare il convegno “Trasparente come un diamante”. In quella sede il presidente Giuseppe Aquilino disse a chiare lettere che “quello dei diamanti è un business” e aveva pure aggiunto che “l’idea che più spesso passa attraverso i canali dell’informazione è che un funzionario di banca o di una società intermediatrice sia più attendibile di un gioielliere, anche se è quello di fiducia”. Alla luce dei fatti, conclude Antonutti, «è auspicabile che gli avvenimenti che hanno portato al sequestro di un ingente quantitativo di beni e i reati ipotizzati di truffa aggravata e autoriciclaggio portino a fare definitiva chiarezza nell’interesse di clienti e operatori».