Rigettato l’appello di Exe nei confronti del comune di Lignano Sabbiadoro
Soddisfazione del Sindaco Avv. Luca Fanotto da sempre convinto della infondatezza delle richieste della Società.
La Corte di Appello di Trieste, con sentenza n. 71/2018 ha rigettato l’appello promosso da EXE S.p.a. nei confronti del Comune di Lignano Sabbiadoro per ottenere la riforma della sentenza n.1392 emessa dal Tribunale di Udine in data 13/11/2017.
Con quella sentenza infatti il Tribunale di Udine aveva rigettato la richiesta di pagamento promossa da EXE S.p.a. verso il Comune di Lignano Sabbiadoro, una richiesta di rilevante importanza, atteso che l’importo originario di euro 378.297,04 era ormai lievitato, in virtù degli interessi moratori, a poco meno di un milione di euro.
La Società curava infatti in “house providing” il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e nel 2008-2009 aveva aumentato unilateralmente il costo unitario dello smaltimento dei rifiuti previsto nel contratto passando da 110 Euro + iva per tonnellata a 150 Euro + iva per tonnellata. La EXE quindi chiedeva di essere rimborsata di maggiori costi sostenuti, dovuti al conferimento nell’ impianto gestito dal C.S.R. (Consorzio smaltimento rifiuti Bassa Friulana) di San Giorgio di Nogaro.
Il Comune aveva contestato da subito tale richiesta in quanto l’aggiornamento del prezzo contrattuale era previsto solo dopo tre anni dalla stipula del contratto e che comunque EXE avrebbe dovuto preventivamente trovare soluzioni alternative o comunque redigere un documento programmatico condiviso. Il Comune quindi non aveva liquidato questa differenza.
Il Tribunale di Udine, accogliendo tutte le eccezioni sollevate dal Comune, aveva rigettato la richiesta di EXE sul presupposto, appunto, che la verifica dei prezzi fosse triennale e rilevando, tra l’altro, che non era stato attivato l’iter amministrativo che prevedeva un preventivo confronto con il Comune per trovare soluzioni alternative; in pratica la Società si sarebbe dovuta adoperare, consultando il Comune, per individuare siti ”più economici” e ciò per sano principio di economicità che deve permeare i rapporti con la Pubblica Amministrazione. Tra l’altro è stato dimostrato che, nello stesso periodo, altri impianti praticavano prezzi inferiori e pertanto il Comune, se tempestivamente notiziato, avrebbe potuto trovare soluzioni alterative.
Oggi la Corte di Appello di Trieste ha rigettato il nuovo ricorso della Società, dando ulteriore conferma dell’infondatezza della domanda di EXE.
“Ciò che di rilevante emerge dalla decisione – a dire dell’avv. Tafuri per il Comune di Lignano Sabbiadoro – è che l’obbligo di ricondurre in equilibrio la gestione aziendale e di contenere la perdita, oltre ad essere stabilito da una norma contrattuale, appare ovvio, posto che il Comune partecipava la società e, quindi, ne avrebbe sopportato parzialmente le perdite.
Soddisfazione anche per il Sindaco del Comune di Lignano avv. Luca Fanotto che rileva come anche il Giudice di Appello abbia ribadito come il comportamento di EXE S.p.a. non sia stato contrattualmente legittimo. Il primo cittadino, sempre convinto della infondatezza della domanda che sorge ancora durante l’Amministrazione Delzotto, conferma il lungo ma inesorabile processo di rinnovamento della gestione della cosa pubblica, sempre più improntata all’efficienza e all’economicità dei servizi.