Mobilità sostenibile: Fvg prima in Europa per acquisto mezzi elettrici
Il Friuli Venezia Giulia è impegnato attivamente nella politica della mobilità sostenibile attraverso la sostituzione di vecchi automezzi con altri nuovi totalmente elettrici e con una forte incentivazione all’acquisto di vetture di ultima generazione. L’amministrazione regionale lo ha ribadito oggi a Roma, partecipando con l’assessore all’evento nazionale Motus-E, organizzato per raccontare lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Italia. La Regione si sta muovendo in questo senso attraverso il progetto Interreg Muse che si pone l’obiettivo condiviso di incrementare le competenze della Pubblica amministrazione per l’integrazione dell’efficientamento energetico nella pianificazione della mobilità sostenibile attraverso delle linee guida e un piano d’azione. Inoltre, l’Amministrazione sta investendo molto nel progetto Noemix che vede la Regione come primo ente in Europa impegnato a sostituire 800 veicoli della Pa con oltre 500 automobili totalmente elettriche, investendo anche nella produzione di energie rinnovabili per l’alimentazione dei mezzi. La Regione ha quindi messo in evidenza che il compito della Pubblica amministrazione deve essere anche quello di dare l’esempio quando si tratta di mettere in atto cambiamenti di grande portata. Per questo motivo l’Amministrazione Fvg ha stanziato, per il secondo anno consecutivo, 1,4 milioni di euro di incentivi all’acquisto di auto di ultima generazione (3mila euro per quelle metano/benzina, 4mila euro per le ibride e 5mila per le elettriche) ai quali andranno a sommarsi i contributi statali. Ciò farà si che in Friuli Venezia Giulia si possa arrivare a toccare il tetto di un maxi bonus pari a 11mila euro per l’acquisto di veicoli elettrici e 6.500 euro per quelli ibridi se si decide di rottamare mezzi da Euro 0 a Euro 4. Infine, la Regione ha ricordato la volontà di dare vita agli Stati Generali euroregionali dedicati ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile quale strumento per avviare un ragionamento su ampia scala in merito a un tema che non conosce confini amministrativi e politici. L’intento è quello di giungere alla promulgazione di una Carta di Trieste propedeutica ai mutamenti previsti a partire dal periodo 2030-50 nell’area alpeadriatica. Oltre al Friuli Venezia Giulia, all’iniziativa dovrebbero prendere parte anche Veneto, Carinzia, Stiria e le Repubbliche di Slovenia e Croazia.