Deportati di Gorizia: dramma del confine orientale a lungo ignorato
Restituire dignità alle vittime delle grandi tragedie connesse alla storia del Confine orientale è uno degli obiettivi della Regione, che intende sostenere in maniera convinta la diffusione delle verità storiche legate a drammi come quello dei deportati goriziani nel maggio del 1945. Un dramma troppo a lungo dimenticato, avvenuto dopo la fine della Seconda Guerra mondiale e quindi teoricamente in tempo di pace, nel quale persero la vita centinaia di abitanti di Gorizia, che vennero strappati alle proprie famiglie per trovare la morte nelle carceri jugoslave o nelle foibe. Oggi il confine tra Italia e Slovenia non esiste più e l’amicizia tra il Friuli Venezia Giulia è salda e fruttuosa. Un rapporto che potrà essere reso ancora più solido con la concretizzazione di un’Europa dei popoli che, attraverso il rispetto delle particolarità e delle particolari delle sue genti, permetterà di superare i drammi del passato ed eviterà che si ripetano. È questo il concetto espresso a Gorizia dall’assessore regionale alla Funzione pubblica, durante la cerimonia in onore dei 665 deportati in Jugoslavia, che si è svolta al Parco della rimembranza, dove sorge il monumento a loro dedicato. In particolare è stato evidenziato che, nonostante molte verità su quanto avvenuto siano rimaste a lungo nascoste, oggi viene celebrata una verità, ovvero che luoghi come il Parco della rimembranza di Gorizia sono fondamentali per l’identità del Friuli Venezia Giulia.