Gino Maria Sambucco tra panificazione biologica e fotografia
Dopo una serie di mostre personali e collettive, tra cui la recente personale a Milano nella storica ‘Milano art Gallery’ tra marzo e aprile; e la collettiva veneziana ‘Pro-Biennale’ che inaugura domenica 5 maggio, in questi due anni, oltre alla partecipazione a fiere dell’arte, l’imprenditore codroipese del pane, Gino Maria Sambucco, nell’intervista che segue fa un punto sulla sua vita artistica e annuncia i suoi piani e obiettivi futuri. La sua produzione, essenzialmente fotografica, si articola in due direzioni: la prima in prevalenza è fotografia di montagne, ma non tanto foto di paesaggio, quanto di qualcosa di diverso e unico: non fotografa propriamente per far vedere la bellezza delle Dolomiti, suo campo d’azione, piuttosto, ciò che si incontra nelle Dolomiti. Il Sambuco anni fa ha scoperto un aspetto misterioso in questi monti, cioè delle figure umane e di animali che si stagliano e si ergono fra il cielo e la terra nei profili rocciosi o nelle cime e che, ha denominato ‘Mitici e Dolomitici’: potrebbero essere immagini uscite dalla favola o dai racconti di montagna, come anche di concetto extraterrestre. Chi e perché ha scelto di celebrarsi quasi eternamente su quella montagna è la domanda. La roccia ha un’anima? L’altra, è un tipo particolare di fotografia che nasce proprio in questo periodo e derivata dai programmi interni delle nuove fotocamere digitali dove, uno può scegliere una fra una serie di settaggi pittorici (Sambucco usa una compatta Sony da 20 Mpx con ottica Zeiss) e dopo un periodo di prove pratica onde prendere un po’ di coscienza sugli effetti prodotti, riesce in qualche modo a prevedere più o meno ciò che vuol ottenere, al tempo stesso può anche aiutarsi con la visione nel monitor e ottenere così delle immagini pittoriche molto colorate, volendo, oppure più tenui: è tutto surreale ovviamente e si può andare dall’immagine concreta e sfocando, all’astratto. Queste sono state definite ‘Pittografie, per diversificare, appunto, dalle fotografia.
L’avventura, se così si può definire’ è partita da Arte & Antiquariato a Pordenone a fine gennaio 2017, proseguendo con la personale al Museo civico delle carrozze a Codroipo, poi Latisana, Vicenza, Spoleto, Cortina d’Ampezzo, Venezia, Sanremo, eccetera. Questo naturalmente è servito per proiettare il nome sulla scena, prima sconosciuto, anche se il suo hobby fotografico ha già qualche decennio e farsi un curriculum utile come biglietto da visita in questo campo.
* Come esposto sopra, da 2 anni ormai hai iniziato a esporre a livello nazionale, quali le tue impressioni?
Le mie impressioni sono, che le foto di Mitici & Dolomitici, come mi aspettavo, destano curiosità e interesse e i vari organizzatori di mostre d’arte paiono interessati. E questo si recepisce, secondo me, dagli inviti che ricevo per esporre. Del resto le mie immagini, al di là di essere visivamente accettabili da tutti, affinando l’occhio sono anche realizzabili da chiunque abbia un po’ di rapporto con la fotocamera: non scalo montagne ma arrivo ovunque in auto dove ho scelto di fotografare.
*Come si vede meglio
dalle foto e dai video sui social e in particolare nella tua personale del mese scorso a Milano, esponi e Foto
grafie e Pittografie insieme, quale il significato dell’una e dell’altra?
Facendo le foto alle Dolomiti, mi sono accorto, ancora anni fa di queste figure che presento e più di recente con le nuove fotocamere digitali, che si possono ottenere effetti simpatici e pieni di colore che, secondo me, attirano l’attenzione della gente: con le fotografie realistiche proseguo la mia ricerca, con le Pittografie invece, mi diletto a fotografare e scoprire altri soggetti oltre alle montagne, quali il paesaggio, la natura, il contesto industriale e via di seguito.
*Quale il tuo sodalizio con “Spoleto Arte” e con Nugnes e Sgarbi dal momento che diverse mostre a cui partecipi portano questo marchio?
Ho conosciuto l’organizzazione ‘Spoleto Arte’ dal suggerimento della gallerista Lina Zenere di Vicenza e che poi mi ha presentato al presidente Salvo Nugnes e così è iniziata questa collaborazione partendo proprio dalla città di Spoleto, a cui è seguito Cortina, Venezia, eccetera ed ho saputo che il prof. Sgarbi è collaboratore principale di questa struttura. Poi, nella loro mostra a Venezia il settembre scorso, ho avuto modo di avere avuto una foto, non essendoci andato causa lavoro, con Sgarbi e un’altra con entrambi che posano davanti ai miei quadri. Nella nuova collettiva a Venezia ‘Pro-Biennale’ condotta proprio dal prof e che apre il 5 di maggio, come mi hanno detto, dovrei avere modo di conoscere direttamente il prof Sgarbi e di stringergli la mano.
Proiezioni per il futuro prossimo e venturo?
Intanto, di continuare le mie foto sulle Dolomiti ed allargare l’area al Friuli ed al Trentino perché fino ad ora ho fatto prevalentemente bellunese. Poi, spero, come ho sentito e in radio e in televisione, che quanto prima possano giungere sul mercato delle fotocamere nelle quali si possa connettere i nostri pensieri con la fotocamera, cioè che la nostra fantasia possa interagire con la tecnologia e darci ben definite immagini anche in 3D e ologrammi per raccogliere immagini che la stupefacente natura ci offre e fonderle con la fantasia.